Nelle chiese arriva il nuovo Messale. Cambia il Padre Nostro
In uso dal 29 novembre. Modificata la preghiera: da "non indurci in tentazione" a "non abbandonarci alla tentazione". E ogni volta che il sacerdote si rivolge all'assemblea dirà "fratelli e sorelle"
Il nuovo messale romano debutterà nelle chiese italiane il 29 novembre, prima domenica di Avvento.
Si tratta della terza edizione del Messale Romano, dopo il Concilio Vaticano II.
Le principali variazioni riguardano alcune parti riservate ai fedeli, preghiere e formule proprie del sacerdote.
"Non abbandonarci alla tentazione"
Tre le novità introdotte ce n'è una che riguarda un passaggio da sempre oggetto di dibattito all'interno del Padre Nostro.
Su sollecitazione del Papa, cambia nel punto in cui i fedeli hanno finora invocato Dio con la frase "non indurci in tentazione" che lascia il posto a un più corretto "non abbandonarci alla tentazione".
Francesco è voluto intervenire perché il testo appariva in quel punto contrario al senso della preghiera stessa, al volto paterno di Dio.
Già dalla Pasqua scorsa, in verità, in alcune parrocchie la preghiera veniva recitata nella nuova formulazione. Soltanto dal 29 novembre, tuttavia, diverrà ufficiale per tutti.
Non solo. Nella preghiera eucaristica della Riconciliazione, al posto di "prese il calice del vino e di nuovo rese grazie" ora c'è "prese il calice colmo del frutto della vite".
Nel rito della pace invece di "scambiatevi un segno di pace" il sacerdote dirà "scambiatevi il dono della pace".
Al momento di mostrare all'assemblea il pane e il vino consacrati, il sacerdote dirà: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell'Agnello", invece della "cena del Signore".
Infine nei riti di conclusione è prevista la formula "andate e annunciate il Vangelo del Signore".
"Fratelli e sorelle"
Più inclusivo il Confiteor dell'atto penitenziario, che non si rivolge più solo agli uomini: "Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle..." e "supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle...".
L'aggiunta linguistica a lungo attesa è presente ogni volta il sacerdote si rivolge all'assemblea dicendo "fratelli": quindi dai riti di presentazione al ricordo dei defunti nella preghiera eucaristica "ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della resurrezione".
Anche il Gloria inoltre ha una diversa formulazione "pace in terra agli uomini, amati dal Signore" che sostituisce "pace in terra agli uomini di buona volontà".