No a nuove tasse sulla montagna
Roma, 12 gennaio 2015
Il Comune di Pulfero era presente ed ha fatto sentire la propria voce per mezzo del suo vicesindaco Mirko Clavora alla manifestazione organizzata a Roma dall’Intergruppo per lo sviluppo della montagna, in collaborazione con UNCEM, ANCI ed UPI, nell’aula dei gruppi parlamentari per chiedere la non applicazione dell’IMU sui terreni agricoli dei comuni montani.
Le gravi e negative conseguenze che deriverebbero dall’applicazione di questa legge per i cittadini sono evidenti e il governo non può ignorarle.
Per i comuni sarà possibile recuperare solo una minima parte della tassazione dai proprietari dei terreni agricoli. Una parte consistente, se non prevalente, dei terreni appartiene a persone emigrate, non rintracciabili, sono multiproprietà o non è proprio possibile risalire al/ai proprietario/i.
La parte di tassazione che l’Ente locale non recupererà dai proprietari dovrà comunque corrisponderla allo Stato, sotto forma di minori trasferimenti dallo stesso.
Se sommiamo questa misura iniqua a quella altrettanto scriteriata dell’extragettito IMU (contro la quale il consiglio comunale ha deliberato all’unanimità un ordine del giorno di protesta), il Comune di Pulfero, come moltissimi altri, si troverà a non poter più erogare servizi di base e sarà costretto ad azzerare qualsiasi investimento in settori come turismo e tutela del territorio, fondamentali per qualsiasi ipotesi di programmazione di un minimo sviluppo socioeconomico.
Presenti al dibattito anche il ministro Lanzetta ed il viceministro Olivero. Quest’ultimo ha ammesso che il Governo aveva sbagliato nell’impostazione di questa norma, impegnandosi a trovare una soluzione nei prossimi giorni.
“E’ necessario - ha affermato lo stesso viceministro - sviluppare una concezione diversa della montagna nel nostro paese, affinché sia diffuso il convincimento che essa è una risorsa fondamentale per lo sviluppo di tutto il territorio nazionale.”
Olivero è intervenuto anche a riguardo della riforma degli Enti locali, sostenendo la costituzione delle unioni intercomunali in grado di migliorare i servizi ai cittadini, specificando, però, che i piccoli comuni montani andrebbero mantenuti in essere (riferimento contro i programmi di fusione?), perché anche il comune meno popoloso rappresenta un punto di riferimento insostituibile per il cittadino di montagna.
Al dibattito hanno partecipato anche il consigliere regionale Giuseppe Sibau ed il sindaco di Resia Sergio Chinese.
Ora spettano sia al Governo che alle Regioni iniziative che vadano in un’altra direzione.
In primo luogo il ritiro del provvedimento IMU-terreni agricoli, come è stato chiesto da tutti gli amministratori intervenuti all’incontro romano, senza aspettare la sentenza definitiva del Tar del Lazio.
Molte le proposte relative a tangibili sgravi fiscali per chi in montagna vive ed ha la propria attività lavorativa.
Vivere e lavorare in zone montane è da tempo una forma di “resistenza” estrema al richiamo delle condizioni meno svantaggiate della pianura e delle città. Non vanno dimenticati i sacrifici sostenuti dalle generazioni precedenti che hanno contribuito allo sviluppo del nostro paese nelle vie dell’emigrazione, con i flussi consistenti delle loro rimesse.
Non si dimentichi, inoltre, nel caso specifico delle Valli del Natisone come queste si sono viste escluse dai programmi di sviluppo del secondo dopoguerra ed hanno pagato a caro prezzo l’essere sul confine della guerra fredda.
Comune di Pulfero
Mirko Clavora