Premiato Alessandro Zorza
Il Comune di Pulfero premia con una targa al merito Alessandro Zorza, classe 1921, reduce di Russia, ex-minatore in Belgio, agricoltore appassionato delle Valli: un’esistenza piena di sacrifici ma vissuta sempre con speranza e ottimismo; un esempio per i giovani nei tempi della crisi
Occhi vispi, sguardo attenti e curioso. E la voglia di vivere pienamente, almeno fino a cento anni. Alessandro Zorza, classe 1921, originario di Mersino Alto, è uno dei cinque premiati dal Comune di Pulfero nel pomeriggio della Vigilia con la consegna di una targa al merito, “a riconoscimento dei patimenti subiti durante la campagna di Russia”, consegnata dal sindaco Piergiorgio Domenis.
Aveva 21 anni quando è partito con tanti altri giovani commilitoni della 16. Compagnia del Battaglione Cividale alla volta delle terre russe.
“Dal comune di Pulfero partimmo in 21 - ricorda con grande lucidità -, e tornammo a casa in metà. Undici dei miei compagni morirono e anch’io rischiai di perdere la vita più volte”.
Zorza fu colpito alla testa da una grossa scheggia di granata ma riuscì a cavarsela.
“A farmi sopravvivere, però, furono le famiglie russe. Durante la ritirata, infatti, bussavamo alle porte delle loro case e quella gente non ci scacciava: ci dava da mangiare e un riparo per la notte, sapendo che questo generoso aiuto poteva costargli la morte. Nel buio riposavamo e poi, la mattina, si ricominciava a camminare”.
Zorza, che oggi si aiuta con un bastone per muoversi, ripete più volte:
“ho camminato per mille e 500 chilometri. E oggi stento a farlo, perché sono un po’ vecchio”.
Rientrato in Friuli, a Pulfero, Alessandro si è visto costretto a ripartire ancora, questa volta per cercare occupazione all’estero e sopravvivere alla miseria.
“Ho lavorato nelle miniere del Belgio e poi mi sono spostato in Germania, sempre in cerca di un posto che mi desse da vivere”.
Una vita dura, fatta di sacrifici. Tornato a Mersino di Pulfero, ha fatto il contadino e il boscaiolo, di tutto per far crescere le sue quattro figlie con il prezioso aiuto della moglie, Agostina Franz, conosciuta proprio nel suo borgo natio.
“Oggi ho quattro nipoti e sono felice della mia vita, anche se guardo indietro e penso a cosa ho passato”.
Zorza, per il suo lavoro di agricoltore nelle Valli del Natisone, è stato più volte premiato delle associazioni di categoria. Promotore di molte iniziative, anche per i giovani e per il Monte Matajur, è amato e benvoluto dalla sua comunità.
Il riconoscimento che gli è stato consegnato lo scorso 24 dicembre dall’Amministrazione municipale conferma la stima dei concittadini nei suoi confronti.
Un esempio anche per le nuove generazioni in un difficile momento economico e sociale.
Altre quattro targhe sono state consegnate
al generoso emigrante Giuseppe Costaperaria,
ai parenti dell’ex-reduce di Russia Orfeo Aldo Mucig,
ai parenti dell’ex-internato nei campi di deportazione nazisti Guglielmo Tramontin e
all’Ads “Real Pulfero”.
Paola Treppo