Pellegrinaggio di riconciliazione
L'undici giugno 2000 la forania di San Pietro ha realizzato un pellegrinaggio di riconciliazione in occasione del Giubileo. Sono sorte alcune polemiche. Questa che presentiamo è l'opinione di una persona.
L'undici giugno la popolazione delle Valli è stata invitata dalla chiesa locale a un pellegrinaggio di riconciliazione a Castelmonte nell'ambito del giubileo.
La popolazione ha risposto in maniera più che positiva, oserei dire entusiasta, visto il numero dei partecipanti e lo spontaneo e caloroso applauso al termine della celebrazione.
Da persone intelligenti dobbiamo tenerne conto!
Era naturale che la proposta di un pellegrinaggio simile provocasse reazioni sia positive sia negative anche violenti.
E' certo che la scelta di un pellegrinaggio di riconciliazione in occasione del giubileo è stata coraggiosa anche se, considerando il giubileo un momento peculiare di riconciliazione e data la nostra situazione sociale, poteva sembrare scontata. Col grave rischio, però, di un fallimento completo.
Almeno di questa scelta coraggiosa bisogna dare atto alla chiesa locale.
Vista la completa assenza delle istituzioni pubbliche, si potrebbe rimproverare alla chiesa locale di non aver saputo contattarle, a meno che esse di proposito non abbiamo voluto lasciarsi coinvolgere. Per conoscenza diretta sappiamo che almeno le istituzioni culturali sono state invitate a partecipare.
Hanno risposto quasi unicamente solo i Cori delle Valli, i più facili ad essere coinvolti.
Eppure, almeno anticamente, il giubileo era anche e soprattutto un fatto sociale. Presso gli ebrei durante il giubileo i servi riacquistavano la libertà, i fondi e le case tornavano agli antichi padroni che le avevano perse, e non si seminava né si raccoglieva perché la terra riposasse.
La situazione politico-sociale nelle Valli, tutti la conosciamo, non è certamente un idillio. Mille convinzioni, idee, principi, credenze, opinioni, certezze, sicurezze, e tutte contrastanti: sono il nostro cancro. E come conseguenza a queste si aggiungono diffidenze, incomprensioni, dubbi, apprensioni, sospetti, ostilità, asti, antipatie, animosità, malevolenze, avversioni, perfino odi! E, ridicolo ma vero, tutti siamo convinti di essere i possessori della verità.
Trincerarsi dietro il comodo ma disonesto "In medio stat virtus" non è saggio. La verità non sta nel mezzo; sarebbe troppo facile! La verità sta un po' dappertutto: a destra, a sinistra, negli estremismi, negli equilibri, nelle persone colte e in quelle ignoranti, nella chiesa e fuori della chiesa.
Da uomini intelligenti dobbiamo riconoscere le nostre virtù ma anche accettare i nostri limiti: per nostra natura scopriamo la verità sbagliando. Riconoscere lo sbaglio significa accettare la verità!
Perché allora, abbandonando il nostro orgoglio, non riconosciamo tutti di aver sbagliato e finalmente decidiamo di accettarci almeno per quella parte di verità che sta in ciascuno di noi!
Pellegrinaggio di riconciliazione dovrebbe essere d'ora in avanti la vita di tutti noi!
Per tante persone, secondo me, il pellegrinaggio a Castelmonte è stato davvero un pellegrinaggio di riconciliazione. Perché penso di poter tranquillamente affermare che esso, almeno per la maggioranza di coloro che erano presenti, ha ottenuto gli effetti desiderati: la riconciliazione.
Ora si tratta non solo di perseverare, ma di allargare a macchia d'olio questo desiderio di riconciliazione, tra le persone innanzitutto, tra le istituzioni poi, le quali non possono far finta che nulla sia successo!
Il passato è passato; è il presente quello che conta.
Il passato è l'errore; il presente, attraverso l'esperienza di quell'errore, può essere la verità!
Nino Specogna
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