Tutela per una diversa realtà linguistica e nazionale
e Ipotesi di proposta
Le comunità autoctone del confine orientale della provincia di Udine sono state illegittimamente incluse nella legislazione di tutela della minoranza nazionale slovena sia in virtù della Legge 482 del 1999 che, in modo ancora più costringente ed articolato di quella 38/2001 e, infine, dalla L.R. 26/2007. Però, sia nella Legge 38/2001 che nella L.R. 26/2007 appare evidente la differenziazione tra la tutela prevista per gli Sloveni delle Province di Trieste e Gorizia e le comunità della Provincia di Udine. A queste leggi corrispondono finanziamenti esorbitanti dello Stato italiano che vanno ad aggiungersi a quelli provenienti dalla Repubblica di Slovenia: sono ben oltre i 40 milioni di Euro annui per una comunità di non più di 30.000 persone, che rifiuta di essere censita. Il censimento non viene proposto per diminuire la tutela ma per proporzionare i costi della stessa ad una realtà misurabile e confrontabile con le altre comunità linguistiche del F.V.G. . Questa minoranza conta sul sostegno incondizionato della sinistra politica (italiana e regionale) e della Repubblica di Slovenia che la considera parte integrante della Nazione slovena.
L’elettorato delle comunità di confine della provincia di Udine è fermamente di centrodestra, nonostante la scarsa attenzione di questo schieramento nei confronti della problematica identitaria delle stesse. Inoltre, sedotte dall’impostazione sovranista, nelle ultime elezioni europee, nei 7 comuni delle Valli del Natisone, la Lega si è decisamente affermata come 1° Partito con 1.435 voti mentre la Slovenska Skupnost/STVolksPartei ne prendeva 48!
Con l’affermazione del centrodestra a livello regionale e l’entrata al Governo nazionale della Lega, queste popolazioni (Valli del Natisone, del Torre, di Resia, della Val Canale e delle migliaia di iscritti all’AIRE) si sono illuse di vedere cambiare l’atteggiamento della Politica nei loro confronti. Qualcosa si è mosso dopo un incontro (6 marzo) con il Presidente del Consiglio regionale Zanin che, condividendo le argomentazioni dei suoi interlocutori, si impegnava ad aprire un percorso politico interno alla Maggioranza politica in Consiglio per giungere alla definizione di una soluzione (emendamento alla L.R.26/2007 o legge a se stante) equilibrata e condivisa dalla stessa Maggioranza. Successivamente è stato coinvolto l’assessore Roberti e si è sviluppata un’azione che ha portato allo stallo propositivo. Come soluzione interlocutoria è stato approvato un emendamento con il quale viene garantito alle associazioni promotrici dell’azione iniziale (ed al Comune di Resia) un contributo straordinario complessivo di €30.000,00 (trentamila) per l’esercizio in corso
(Nelle more della revisione delle norme relative alla tutela del resiano e delle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale…).
Anche in questa occasione è stato possibile prendere atto dell’incredibile coinvolgimento - da parte delle Organizzazioni slovene - delle massime autorità italiane e slovene (Presidenti delle Repubbliche italiana e slovena). In queste settimane troviamo, inoltre, conferma del consistente finanziamento delle Istituzioni italiane alla misteriosa minoranza nazionale slovena. Uno di questi riparti ammonta a 6,5 milioni di Euro!
Sarebbe necessario un intervento legislativo che separi ulteriormente le due realtà identitarie (l’una con riferimento alla lingua slovena e l’altra alle lingue proprie delle comunità del Natisone, del Torre, di Resia e della Val Canale) e riconosca queste comunità quali autonome componenti storiche della comunità nazionale italiana e della
Patria del Friuli,
depositarie di storie, culture, tradizioni, usi e costumi e lingue proprie autonome ed estranee al contesto culturale, linguistico e nazionale sloveno. Senza toccare gli assurdi privilegi garantiti alla comunità nazionale slovena, andrebbe, finalmente, riconosciuto il diritto all’esistenza di queste altre e diverse realtà storiche e garantita loro la possibilità di sviluppare il loro peculiare senso di identità, estraneo ed indipendente da quello nazionale sloveno. In questa prospettiva le Organizzazioni slovene non avrebbero più nessuna motivazione per interferire nella situazione di queste comunità, sostanzialmente distinte.
Ferruccio Clavora
Ipotesi di proposta
bozza di proposta di emendamento degli articoli 2, comma 3 e 22, commi 2 e 3 della L.R. n° 26 del 28 ottobre 2007.
Articolo 2.
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
3. Nel rispetto delle identità storiche, culturali e linguistiche delle comunità autoctone slave delle Valli del Natisone, del Torre, di Resia e della Val Canale, i provvedimenti della presente legge riguardano anche il “nediško”, il “po našen”, il “rozeansko”e la “naša špraha”.
All’articolo 22, il comma 1 è abrogato e i commi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:
1.
Abrogato
2.
Per la promozione delle attività e iniziative realizzate in favore
delle lingue proprie delle comunità
delle Valli del Natisone, del Torre, di Resia e della Val Canale di cui al comma 3 dell’articolo 2 della L. R. 26 del 28 ottobre 2007, come modificato dalla presente legge, sono finanziate le associazioni dei medesimi territori, riconosciute dalla Regione quali organizzazioni di riferimento ed enti di rilevanza primaria.
3.
La Regione riconosce il “ Forum per la Slavia” quale organizzazione di riferimento e l’ “Istituto Slavia Viva”, il “Circolo culturale Jacopo Stellini”, il “Gruppo esploratori e lavoratori Grotte di Villanova”, l’“Associazione Identità e Tutela Val Resia” e l’”Associazione culturale 100xcento Val Canale” quali enti di rilevanza primaria delle comunità dei territori di cui al precedente comma, ai quali assegnare annualmente le risorse per lo svolgimento delle attività istituzionali e di valorizzazione della storia, della cultura, delle tradizioni, degli usi e costumi e della lingua propria delle comunità stesse, anche ai sensi dell’articolo 12, commi 1 e 2 della Legge 38 del 23 febbraio 2001.
Articolo x
Norma finanziaria