Grotta di San Giovanni d'Antro
Una bella festa per il ritorno delle statue dei santi patroni.
La consegna delle statue conclude un lunga vicenda iniziata nel 1970 con il furto degli originali, il loro ritrovamento e trasferimento in luogo sicuro
«Dobbiamo essere gelosi custodi della nostra identità e non aver paura di metterci a confronto con le altre».
Con queste parole il vicario generale dell’arcidiocesi di Udine, mons. Giulio Gherbezza, ha concluso la lettura «sapienziale» delle testimonianze storiche ed artistiche, conservate nella Grotta di San Giovanni d’Antro, nel corso dell’omelia tenuta durante la celebrazione della santa messa che è stata celebrata il 20 luglio scorso in occasione della consegna, da parte del Rotary club di Cividale, delle copie delle statue secentesche di Jernej Vrtav alla parrocchia di Antro.
Le Valli del Natisone furono terra di contatto e di incontro, ha sottolineato mons. Gherbezza, e lungo l’antica strada transitarono mercanti, eserciti e missionari, mentre la grotta conserva uno spaccato della storia di questo territorio attraverso la presenza umana, testimoniata a partire dalla presitoria. Si tratta di una «storia di volti», prima di tutto di quello di Dio «mirabile nelle sue opere», che si possono ammirare in questo luogo, e «misericordioso», un concetto che rivela il rapporto «materno» nei confronti dell’umanità.
Ci sono poi i volti di Maria e dei santi raffigurati sull’altare ligneo, che indicano la storia della quale tutti facciamo parte, una storia non solo di peccato ma anche di bene.
Volti di uomini, quelli dei santi Giovanni Battista ed Evangelista e santo Stefano, che hanno proclamato e testimoniato la fede con la loro vita.
C’è, infine, una storia di volti di gente e di artisti che consideravano la chiesa come «luogo della bellezza».
«Non veniamo dal nulla e dobbiamo essere fieri della nostra comunità e della nostra cultura», ha concluso mons. Gherbezza, che ha ricordato la bellezza dei canti sacri sloveni pieni di tenerezza senza scadere nel sentimentalismo, che ha avuto modo di gustare durante il suo servizio pastorale nella Val Canale.
La santa messa è stata accompagnata dal coro Spiritual ensamble di Udine diretto da Maurizio Degani, che ha riscosso il plauso unanime dei partecipanti per l’intensità e l’espressività delle esecuzioni.
Al termine della celebrazione hanno portato il loro saluto il presidente del Rotary club di Cividale, Andrea Stedile, che ha illustrato i motivi dell’interesse del Rotary cividalese per la Grotta d’Antro e i precedenti interventi del club per l’acquisto di sedie, del banco e delle poltroncine per la celebrazione dei matrimoni.
«Il dono delle statue, opera dello scultore Renato Gentilini di Remanzacco, dipinte da Claudia Vadori, artista di Cividale, ha detto Stedile, rappresenta una dimostrazione concreta dell’attenzione del Rotary nei confronti delle Valli del Natisone».
Il sindaco di Pulfero, Piergiorgio Domenis, ha sottolineato l’impegno della sua amministrazione per la valorizzazione turistica della Grotta d’Antro, che rappresenta la più grande ricchezza storica ed artistica del territorio.
Giorgio Banchig, presidente dell’associazione San Giovanni d’Antro — Landarska jama, della quale fanno parte il comune di Pulfero, la Pro loco Valli del Natisone — Nediške doline, il locale circolo speleologico e l’associazione don E. Blanchini, e costituita per avviare una regolare fruizione turistica del monumento, ha ringraziato quanti si sono adoperati per il «ritorno» delle statue nella Grotta, un ritorno che riempie il vuoto creato prima dal furto delle statue e poi dal loro trasferimento nel museo diocesano.
Il 20 luglio scorso, dunque, si è conclusa una vicenda iniziata in una bella giornata del mese di ottobre del 1970 quando una persona della parrocchia di San Giovanni d’Antro, sfogliando le pagine del «Messaggero Veneto» fu attratto dalla foto di tre statue lignee, nelle quali riconobbe i tre santi dell’altare della Grotta di San Giovanni d’Antro.
Il cronista annotava che le statue, di cui non si conosceva la provenienza, erano state recuperate in un casolare della Bassa friulana nel corso di una operazione di perquisizione dei carabinieri. Della identificazione delle statue fu immediatamente avvertita la questura di Udine, che a sua volta interessò i carabinieri di Pulfero.
Questi, recatisi in grotta con l’allora parroco di Antro, don Alberto Cimbaro, «scoprirono» il furto delle statue… dopo il loro ritrovamento.
Da allora le tre opere furono custodite in luogo sicuro e poi trasferite nel museo diocesano di Udine, dove si trovano ancora.
Nelle nicchie dell’altare dorato vennero collocate delle riproduzioni fotografiche, che però non sostituivano degnamente gli originali.
Il fatto fu notato dai responsabili del Rotary club di Cividale che si impegnarono a realizzare copie delle immagini lignee realizzate dall’artista di Caporetto Jernej Vrtav (1647 - 1725), conosciuto anche come Bartolomeo Ortari.
da DOM
G.B.