Castelmonte
Meta almeno annuale, fin da piccoli a cimentarsi con le salite su per Picon
Quanti ricordi!!!
Una commovente poesia di Giovanni Del Negro
Castelmonte
Dove sei vecchio santuario
al quale
tredici lustri or sono
giungevo bimbo felice?
Dove sei strada sassosa
lungo la quale
ai rozzi capitelli della Via Crucis
si arrestava il mio passo,
mai stanco
per posare sullo scalino di pietra
due stecchi
in forma di croce?
Fugavo così
la malcelata paura
per l’incontro con la vecchia strega
che attendeva, nascosta,
dietro il massiccio portale
di pietra,
il tabacco da fiuto
che esigeva, quale esoso pedaggio,
dai bimbi dimentichi
del fare le piccole croci.
Dove sei vecchio santuario,
dove sei penombra sui muri scrostati
e coperti di ex voto
che guardavo estasiato?
Dove siete vecchie grucce
che l’implorato miracolo
alla Madonna nera
rese tarlati ed inutili legni?
Dove siete candele rozze
di gialla, vergine cera?
Dove sei
consunto acquasantario
nel quale bagnavo
abbondante
le dita per il segno di croce?
Scendo, lungo i gradini
non più scivolosi,
alla buca del diavolo
e sei ancora là
oltre la grata, vecchio altare
sul quale l’Arcangelo Michele
con la spada fiammeggiante
trafigge il demone Satana.
Dove siete
innumeri monetine di rame
che la difficile mira
al vassoio
sorretto dall’Angelo
faceva invece cadere,
tintinnando,
sullo sconnesso impiantito?
Monete di rame,
mercede allora
di ore e ore
di sudato lavoro.
Dove sei millenaria quercia
che urgenza
di moderna architettura
abbattè senza rimpianti.
Ora è tutto nuovo,
lucido, pulito
e veloci ruote portano
all’immenso piazzale.
Di allora, per me,
c’è solo
la Madonna nera,
il ricordo di mia Madre
e della sua grande fede,
il rimpianto di una fanciullezza
felice
che non ritornerà.
Mai più.
Giovanni Del Negro