Ažla - Azzida
Piazza centrale e osteria
Azzida è posta all'ingresso della valle di Savogna e di San Leonardo, costruita sopra uno sperone che domina l'ingresso alle due valli, alla mercè dei venti che scendono dal Matajur e dal Kolovrat. Da qui il suo nome "Algida", ossia "fredda".
Ingresso ad Azzida da S. Pietro
Altitudine 164 m
Denominazione locale degli abitanti: Ažlanj
Abitanti 369 (a. 1997)
Famiglie 170
Case 196
Denominazione locale degli abitanti: Ažlanji
Azzida è posta ad una altitudine di 164 m. all'ingresso nella valle di Savogna e ai piedi del monte Barda (249 m.).
Il paese si allunga ai lati della strada S. Quirino - Savogna e verso S. Pietro.
Azzida è stata costruita lungo lo sperone roccioso che strapiomba sulla valle dell'Aborna e dell'Erbezzo, corsi d'acqua che confluiscono un poco più a valle.
La strada verso S. Leonardo, ed ora anche verso Savogna, corre proprio sotto questo sperone lungo il torrente, sul quale ci sono due ponti: quello nuovo è un po' più a monte del vecchio ponte, piuttosto scomodo per il traffico odierno.
Prima del terremoto del 1976, che ha colpito il paese in modo particolarmente grave, Azzida offriva dal basso uno scenario suggestivo e pittoresco. Il fronte del paese era simile ad un antico borgo fortificato.
Poichè il 60% delle case sono state demolite, il paese ha subito uno spostamento e quindi ha occupato parte della pianura verso ovest ed il fronte compatto delle case sullo sperone orientale si è diradato.
Azzida è uno dei paesi più antichi delle Valli del Natisone.
E' stato menzionato in un documento del 1175 come Algida (=
fredda
, latino).
Nel 1912, riferisce Ivan Trinko nella Guida delle Prealpi Giulie, contava 692 abitanti ed era perciò il più grosso centro abitato di tutte le Valli del Natisone.
Canonica, che ospita la mostra permanente di Valentino Simonitti
Il classico cappello di alpino
Stando alla tradizione, la vecchia Azzida era anticamente, al tempo di Roma, situata sulla Plajnca, località ombreggiata e perciò fredda, sulla sinistra dell'Erbezzo, di fronte al mulino Pussini e al cimitero. Tuttora si notano tracce di mura, a conferma dell'antichissima presenza dell'uomo. Lo prova anche il toponimo Par hišah. La costruzione di strade interpoderali ha ulteriormente cancellato questi resti. A causa di questa primitiva posizione Azzida ebbe il nome di Algida.
La chiesa di Azzida
La chiesa parrocchiale, costruita nel 1890, è posta sulla piazza del paese. Il patrono è S. Giacomo, mentre la sagra è il giorno di S. Valentino.
Stava anticamente nelle pertinenze di Azzida anche la chiesetta di S. Quirino.
Nella parrocchia di S. Leonardo, ma nel territorio comunale di S. Pietro, è posta l'antica chiesetta di S. Silvestro, risalente - nelle prime forme - al secolo XIII-XIV e quindi ristrutturata nel 1498.
Recentemente è stata ancora restaurata dopo il terremoto del 1976.
Giardino pubblico
Il coro della chiesetta, firmata su una lapide dal maestro Ambrosius, è un esemplare molto bello dello stile gotico sloveno.
Il coro era dotato di un bell'altare ligneo, che si è deteriorato per l'abbandono di cui la chiesetta ha lungamente sofferto.
Nei pressi di Azzida, verso sud, è insediata la zona industriale ed artigianale di circa 250 mila metri quadrati, con alcune fabbriche che danno lavoro a circa 300 persone.
La zona industriale
Ad Azzida sopravvivono alcune attività tradizionali, quali la frutticoltura con le rinomate mele sevke; quindi l'artigianato con la lavorazione della pietra, la falegnameria, la produzione del calcestruzzo ed il caseificio.
In passato era attiva una cava di pietra piasentina, che si esportava fino a Vienna, Budapest e in tutto il Friuli.
Ad Azzida si affermò in passato l'artigianato degli arrotini, riparatori di vasellame ed utensili, ombrelli, ecc. Ciò in conseguenza all'immigrazione di alcuni artigiani ambulanti provenienti da Resia, la cui traccia è certa nel cognome Siega.
Anche i carradori che trasportavano il carbone delle loro kuote (fornaci) da Prossenicco ad Udine, facevano sosta presso l'osteria Par Roz di Azzida.
Cognomi più diffusi
Iussig, Tropina, Venturini, Zufferli.
Nomi di casato
Juraci, Gašparinovi, Jerebiči, Kabalanovi, Ušajaci, Kuoškini, Gubančiči, Pepelitkini, Munariči, Palonkiči, Curutkini, Marsincovi, Katinčini, Lebnovi, Kublankovi, Pičulnovi, Maringonovi, Pušaci, Kikirikovi; una volta anche Petarlinovi, Piskarci, Polaukini, Kozarinovi, Tonatovi, Kinezovi, Muzarji, Buričkini, Zlatarji, Fricovi.
Il nome AŽLA (it. AZZIDA) deriva da Algida (=
fredda
, latino).
L'adattamento fonetico sloveno dà come risultato Ažla.
NATALE ZUFFERLI
Azzida 1875 - Purgessimo 1942.
Compiuti gli studi nel paese natale e nel seminario di Udine fu consacrato sacerdote nel 1900. Apprezzato predicatore, svolse il suo ministero pastorale a Resia, Prepotto, Codromaz, Platischis, S. Volfango, Savogna e Purgessimo. Di carattere energico si oppose con decisione al regime fascista e alla proibizione dello sloveno nelle chiese. Nel 1934 con don Giuseppe Cramero si recò in Vaticano per difendere, invano, i diritti degli sloveni della Benecia.
(Vedi)
Don Giuseppe Cramaro scrive al papa
Preparazione della pagina Ruben Specogna