Qualche fatto storico
Uno degli ultimi processi penali di cui si conserva tuttora memoria figurava un imputato, un certo “Marin” di Montefosca e fra i dodici giudici, c’era uno del suo paese.
Appartatisi questi dopo il dibattimento in un orto, deliberarono la “Clada” all’unanimità.
Ma, tornati intorno alla lastra di Tarcetta, il giudice di Montefosca si lasciò scappare :
“Bieš Bieš, Marin”,
il quale capì il gergo e via a gambe per la campagna !!!
Clada : una specie di prigionia.
Nel libro Slavia italiana, questo documento conferma una volta di più l’esistenza di Montefosca in quel periodo.
In un altro processo che si è svolto ad Antro il 10 ottobre 1410 per giudicare un assassino.
C’erano i giudici, Župan Enrico Folcherino di Cividale, Župan Pietro di Staline, Župan Mattia di Merso, Župan Matteo di Lašiz, Župan Gregorio di Pegliano e il nostro Župan Zampa di Montefosca.
Questo documento conferma l’importanza di “Ville di Montefoschia” sul piano sociale e giudiziario.(Giornale Dom).
Il tipo più vergine della razza si trova a Montefosca, il Montenegro di questa regione.
Uomini dalla statura atletica, occhi sanguigni, capelli intonsi e barba rara del colore del fuoco.
Una semplice maglia di lana disegna il muscoloso torace e lascia aperto a tutti i venti il petto, intorno ai cui peli d’inverno si rapprende l’acqua gelata.
Uomini e donne portano sulle spalle o sulla testa dalla pianura alla ripidissima cima tutto quanto è necessario alla vita umana e perfino, nelle siccità, l’acqua del Natisone, facendo letteralmente da bestie di soma e col solo cibo di carote o di bisna in corpo.
Eppure avendo io interrogato, a metà del monte, uno, che era quasi sepolto sotto un prodigioso fascio di legna, e che era stato artigliere a Napoli, quale soggiorno preferisse, seccamente mi rispose : Montefosca.
(C. Podrecca, Slavia Italiana, 1884, pag. 74)
Guerrino Cencig