TOPONIMI del Comune di Stregna

Božo Zuanella ha fatto una ricerca sul significato dei toponimi di tutti i paesi delle Valli, pubblicata a suo tempo ( anni 1980-86) su DOM. E' augurabile che quanto prima questo lungo lavoro, assieme a quello sul significato dei cognomi, diventi oggetto di pubblicazione. Nel frattempo chi lo desidera può consultare il significato del nome del suo paese su Lintver. Il nome del paese può essere ricercato col motore di ricerca interno.

SREDNJE (Stregna)

"u Sriednjem, iz Sriednjega". Gli ab. "Sriednjan"'. A. 1242 in villa de Striena; a. 1250 Sdrega; a. 1275 in Strenga; a. 1291 villam sitam in Stregna; a. 1642 Sredne; a. 1655 Sridnia; a. 1646 Stillin de Srednia; a. 1685 Sredgna. (Le ultime annotazioni antiche sono tratte dal Liber baptiz. di S. Leonardo).

L'aggettivo sloveno "srednji" (= mediano, di mezzo) è stato usato nella toponomastica per distinguere tra loro diverse località che hanno una stessa denominazione e sono poste a diversi livelli (alla stregua di "gorenji" e "dolenji"); esempi: Srednja vas pri Kamniku, Srednja vas v Bohinju in Slovenia, (Srednje) Blato, Srednji Kot, Srednja vas nella Carinzia Slovena (Austria).

Dalla radice "sred" abbiamo anche il nome sloveno indicante il mercoledì ("sreda" = giorno posto a metà settimana). Il toponimo Sriednje / Stregua è un aggettivo sostantivato e significa: "paese situato a mezzacosta, a mezza montagna"; in effetti si tratta di una località in posizione elevata, su un promontorio, in mezzo a due vallate). Cfr. anche il toponimo Mečana / Mezzana nella Valle del Natisone e Srednje (it. Stregna) in Comune di Prepotto.

PODSRIEDNJE (Postregna)

"u Posriednjem, iz Posriednjega". A. 1602 Postregna; a. 1631 Podsrednia; a. 1687 Posridnia; a. 1692 Podsredne; a. 1699 Pod srednia. Il borgo è situato sotto (slov. "pod") il paese di Stregna (Sriednje).

Il toponimo, nella sua forma italiana, è diventato anche cognome (Postregna) fenomeno abbastanza diffuso in tutta l'area slovena delle Valli del Natisone.

ZAMIR (Zamir)

"u Zamire, iz Zamira". Borgata di data recente sorta soprattutto per motivi commerciali come Pacuh (comune di Drenchia) e Kranjac (com. di Savogna); per questo motivo non esistono annotazioni antiche del toponimo.

"È l'unica borgata del comune di Stregna a fondo valle e quindi punto di convegno per tutte le frazioni che vi trasportano i generi da vendita e levano le merci importate. Vi sono due osterie, negozio e regia privativa; vicino si trova anche un mulino" (Guida delle Prealpi Giulie, Udine 1912, pag. 685). Il toponimo è sorto da un preesistente microtoponimo "Mir", da cui è sorto anche "Zamir" (= dietro il "mir"). Il nome deriva probabilmente da una ampia parete rocciosa a ridosso della quale è stata costruita la prima casa e successivamente il borgo. La parete rocciosa è stata considerata come un muro, una muraglia, e il sostantivo dialettale sloveno "mir" lo conferma. "Mir" è un antico prestito dalla lingua latina ("murus" muro) ed è tuttora presente nel dialetto sloveno parlato delle Valli del Torre e di Resia ("mir" = "zid", "obzidje", muraglia, muro, parete).

A Ljubljana esiste il sobborgo "Mirje" dove si conservano ancor oggi i resti, i ruderi del muro difensivo romano che proteggeva la antica città romana di Emona.

Cfr. anche il termine tecnico "mirišče": "ruderi di antichi insediamenti umani", "gradišče". In alcuni paesi delle Valli del Natisone (ad es. a Tercimonte) "mir" veniva chiamato un tempo il basso muretto del focolare ("ognjišče") sul quale si accendeva il fuoco.

Oggi il vocabolo "mir" è quasi scomparso dal nostro vocabolario in quanto i vecchi e caratteristici focolari ("ognjišča") sono stati tutti sostituiti dai moderni fornelli. Credo che anche il microtoponimo "v mierah" nei pressi di Tercimonte derivi con molta probabilità dal sostantivo "mir"; lì si trovano tuttora tre antichi "kazoni" o "seniki" (fienili) i quali sono formati da un muretto perimetrale piuttosto basso sul quale si eleva il tetto spiovente di paglia o di lamiera; in questo caso "miera" (mura) ha assunto il significato di "kazoni", "seniki" (si tratta del classico esempio in cui un singolo elemento ha dato il nome alla intera costruzione).

"Gor za mier" è una località presso Stupizza collegata anche questa, con molta probabilità, a pareti rocciose, a muraglie o ruderi. Nei ptessi di Zverinac / Sverinaz e precisamente sulla sommità di un colle c'è una località chiamata "mirišča" (in riferimento ad antiche costruzioni, forse a qualche chiesa o simili?). Anche presso Most na Soči (Tolmino) esiste un colle, denominato "Mirišče" sulla cui sommità sono stati scoperti interessanti reperti archeologici.

A confermare la mia supposizione, che Zamir di Stregna significa appunto "località posta dietro il muro, dietro una parete rocciosa", ci viene in aiuto anche il toponimo Zamir nella Carinzia slovena (Austria), chiamato in tedesco "Mauern" (= mura, muraglie). Inoltre presso Jevšček (Livek) esiste un microtoponimo "Zamier" che ha lo stesso significato di Zamir (Stregna).

DÙGE (Dughe)

"ta par Dùzeh, tan od Dùg". Gli abitanti: Dùžanj'. A. 1635 Dugar (cognome = l'abitante di Duge); a. 1692, 1715 Dugar de Duga. Le annotazioni antiche parlano di "Duga" in riferimento a un campo, a un prato, a un elemento geografico "lungo" (l'agg. sloveno "dolga", dia1. "duga" = lunga); per i microtoponimi derivati dall'aggettivo "dolg" confrontare il toponimo Duš già trattato su queste pagine (DOM n. 6 1980). Cfr. anche il toponimo Duga sulla riva sinistra dello Judrio in Jugoslavia.

SÀLGUJ (Saligoj)

go par Salguji, gor od Salguja.
A. 1632 Saligoi (Liber baptizatorum paroeciae S. Leonardi).
Piccolo gruppo di case presso Oblizza. La borgatella ha preso il nome dal cognome tipico del luogo: Saligoj (it. Saligoi).
La forma dialettale slovena Salguj è il risultato dei processi riduttivi che sono tipici dei dialetti sloveni (cfr. ad es. anche Cizguj presso Pičič derivato dal cognome Čičigoj).

I cognomi sloveni che hanno la desinenza in -goj sono, a parere degli studiosi, molto antichi ed anche di difficile interpretazione; di solito si conosce solo il significato di -goj che deriva dal verbo "gojiti" (= curare, avere cura, interessarsi di qualche cosa, ecc.).

Saligoj è un antroponimo, cioè un nome proprio di persona che è diventato in seguito anche toponimo. Cfr. anche i seguenti cognomi presenti nelle Valli del Natisone: Perigoj, ora scomparso (a. 1630 Perigoi nella parrocchia di S. Leonardo), Cicigoj (originario probabilmente di Drenchia) e Bodigoj (in comune di Prepotto).

RAUNE (Raune)

"u Raunim, iz Raunega". Gli abitanti: Ràunjan'.
A. 1632, 1642 Raunia; a. 1677 Rauniach (cognome = l'abitante di Raune); a. 1696 Drecogna de Rauna; a. 1706 Sibau de Oblizza sive Rauni; a. 1713 Vuch de Rauni.
Toponimo nei pressi di Oblizza; si tratta di un aggettivo sostantivato derivante da "raven" (= piano, liscio) e significa appunto "terreno piano o pianeggiante".

Molto diffuso nella microtoponomastica delle Valli è il sinonimo "ravan" mentre "raunica" è un vocabolo comune che sta ad indicare un terreno pianeggiante molto più ampio (= il pianoro).
Cfr. Pian delle Farcadizze, in slov. Raune in comune di Faedis; Livske Ravne, Ravne na Koroškem, Ravne presso Cerkno in Slovenia; Ravne in Carinzia (Austria) 4x.

PODGUORA (Podgora)

"u Podguor'; iz Podguore".
A. 1637 Potgora (Liber baptizatorum ecclesiae S. Leonardi).
Si tratta di una casa isolata, arroccata alle pendici (pod) della montagna (gora).

Nell'area slovena sono numerosi i toponimi importanti di questo tipo: Podgora presso Gorizia, in Carinzia (Austria) 4x e in Slovenia 2x.

Sul nostro territorio esistono due toponimi compositi: Stara gora (it. Castelmonte) e Stara gora presso Oblizza (si tratta del Monte S. Maria Maddalena (Sveta Lena), dove si vedono le rovine quasi cancellate della chiesetta di Santa Maria Maddalena, da cui il monte ha preso la denominazione).

Il vocabolo sloveno "gora" (montagna) è stato ormai sostituito nel nostro dialetto parlato dalla voce "brieg" che significa propriamente "ripa, colle".

Dato che parliamo di "gora" (montagna) mi permetto di fare un accenno al vocabolo "gorica" (= diminutivo di "gora") che è presente come toponimo su tutto il territorio abitato dagli sloveni (ad es.: Gorica / Gorizia).

Bisogna tener presente, però, che "gorica" non sempre significa "montagnola, piccolo rilievo" ecc., ma può avere un significato totalmente diverso. Infatti, in diverse località delle nostre valli, la piazza dei paesi viene denominata col nome comune "gorica" (ad es. à Lasiz, Oblizza, Tarcetta, Sorzento, Clenia, ecc.). In questo caso "gorica" avrebbe il significato specifico di "luogo chiuso circondato dalle case" (= piazza del paese).

Anche a Breginj presso Kobarid (in Sloveìiia) la piazza del paese si chiama "gorica". (Cfr. Essj, pag. 163).

KOBILCA

(femm. plurale in -a); "U Kobilcah, taz Kobilc" (1 casa)
"Kobilca" è il diminutivo del sostantivo sloveno "Kobila" (= cavalla).

"Kobila" ha acquistato, tra l'altro, il seguente significato: "qualsiasi attrezzo (di legno), di solito a quattro gambe, sul quale si lavora e serve per segare, piallare o modellare oggetti in legno".
La "kobilca" viene usata ad es. dai rastrellai di Tercimonte per confezionare i rastrelli. "Kobila" può essere anche il pilastro portante, a forma di "cavalletto", che sostiene la parte superiore dei ponticelli in legno.

Nelle immediate vicinanze del toponimo Kobilca (<"kobilice") esistono attualmente due ponticelli che un tempo erano probabilmente di legno e sostenuti da piccole rudimentali "kobile".
Queste "kobilce" sono passate poi ad indicare gli stessi ponticelli e, successivamente, anche il territorio adiacente (cfr. gli analoghi casi di Liesa (Grimacco) "Ranta" (presso Savogna) e Hlodič (Grimacco).

OBLICA (Oblizza)

"u Oblici, iz Oblice". Gli abitanti: Obličanj'.
A. 1295 Oblizza, a. 1299, 1308 Obliza (di Prampero), a. 1632 Obliza, a. 1706 Sibau de Oblizza sive Rauni (Liber Baptizatorum eccl. S. Leonardi).

Dobbiamo subito premettere che questo toponimo non ha nulla a che vedere con le rape (slov. dialettale "oblica" = rapa). Nei pressi di Oblizza scorre il torrente Oblik che ha preso il nome dall'omonimo microtoponimo Oblik il quale sta ad indicare un piccolo rilievo tondeggiante.

Nelle Valli del Natisone i nomi dei torrenti traggono spesso origine da qualche località o toponimo che è nei pressi, ad es. Pečanščak presso Pečnije, Tarčeèanščak presso Tarčet, Stivanšcak che scende dalla grotta di S. Giovanni d'Antro / svet Ivan v Čelè. È il caso anche del torrente Oblik che ha preso il nome dalla omonima località. Sia il microtoponimo Oblik che il toponimo Oblica derivano dall'aggettivo sloveno "obel" (= rotondo).

Cfr. anche le seguenti voci slovene: "oblica" = sfera; "oblina" = rotondità; "obla" = palla, sfera; l'aggettivo dialettale "obalast" = sferico, rotondo.

Il paese di Oblizza è situato su un rilievo tondeggiante e il nome della località descrive perfettamente la sua posizione geografica.

TARBÌ (Gorenj in Dolenj) Tribil di Sopra e Tribil di Sotto

"u Tarbijè, iz Tarbijà". Gli abitanti: Tarbijàni.
A. 1305 Predanus de Trebil, a. 1326 Trebil, a. 1373 Tribili (di Prampero), a. 1500 circa (MS di Castelmonte) Terbill supenior; a. 1556 Trebigl, Tribigl di sopra (da una causa matrimoniale conservata nel museo di Cividale), a. 1632 Teribal (Liber baptiz. S. Leonardi).

Le località si trovano a notevole distanza l'una dall'altra ma hanno avuto una origine toponimica identica poiché sono collegate tutte e due allo sfruttamento dei terreni durante il periodo della colonizzazione slovena delle Valli del Natisone. I nostri antenati, per ricavare i prati ed i campi da coltivare, ricorrevano alla tecnica del disboscamento. Il significato primitivo del verbo sloveno "trebiti" era appunto "dissodare, disboscare". Col tempo questo verbo ha assunto da noi un significato leggermente diverso: "pulire i prati dalle foglie e dal frascame degli alberi" (cfr. il toponimo Trebež presso Liessa già trattato su queste pagine).

Tarbì potrebbe essere il risultato della trasformazione di una forma originaria Trebilje attraverso i seguenti passaggi riduttivi: Trebilje > Terbilje (metatesi) > Tarbij (e) [li > i; e> a (akanje)] > Tarbì.

Nell'area slovena sono numerosissimi i toponimi e microtoponimi derivati non solo da "trebiti" ma anche da altri verbi analoghi o da sostantivi ad essi collegati.
Ne elenco, a titolo esemplificativo, alcuni presenti nelle Valli del Natisone:
oltre ai già citati Trebež e Ùlaka (cfr. il toponimo Podlak), mi sembrano particolarmente interessanti anche "Čàrča" (sostantivo deverbiale, da "črtati" = dissodare) nei pressi di Barza di Matajur, di Mezzana, Drenchia superiore e Cepletischis, Novina (= terreno dissodato da poco) che ha dato il nome alle omonime località presso Dus di Savogna, Brida superiore e Sverinaz di Grimacco, "Čiste" presso Clinaz e presso Drenchia, "ta par Čistin" presso Cosizza, derivati dal verbo "čistìti" (= pulire, disboscare, dissodare), "Jutro" ("ta na Jùtre") presso Gnidovizza nel senso di "terreno dissodato, pascolo", "Rut" in comune di Stregna.
Dalla voce "rut" (= terreno dissodato) è sorto il cognome Ruttar / Rutar (= il dissodatore, il colono, il contadino) documentato nella valle di S. Leonardo già nel 1652 e che non necessariamente è stato importato dalla valle dell'Isonzo dove è molto comune.

Cfr. anche il toponimo Ruttars presso Dolegna del Collio.

POLICA (Polizza)

"u Polici, iz Police". Gli abitanti: Poličanj'.
A. 1556 Iuri Policinich di Stregna (si tratta di un cognome = l'abitante di Polizza - da una causa di raatrimonio conservata nel museo di Cividale). A. 1655 Poliznik (cognome, come sopra), a. 1686 Polizniag de Jessizza, a. 1636 Polishnik (cognomi, come sopra), a. 1678 Gariupp de Polizza, a. 1707 Qualizza de Polizza (Liber baptizatorum S. Leonardi).

Il sostantivo sloveno "polica" ha diversi significati:
"scaffale per libri, davanzale della finestra, terreno lungo e pianeggiante situato alle pendici di una montagna". In effetti anche il paese di Polizza / Polica è stato costruito su uno di tali terrazzi montani. La radice slava "pol" o "pala" (in russo "pòl" = pavimento, superficie piana) è la stessa che ha prodotto sia Polica che Polava (in comune di Savogua), soltanto i suffissi sono diversi (-ica e -ava).

Cfr. Polica presso Višnja gora in Slovenia e i microtoponimi "Polica" presso Cicigolis di Pulfero, presso il Ponte San Quirino, ecc.

GNIDUCA (Gnidovizza)

"u Gniduci, iz Gniduce". Gli abitanti: Gnidučanj'.

Altra forma dialettale del toponimo è Gnjiduca dove si riscontra la lenizione della n davanti alla i. A.1602 Simon Caucigh de Gnidouza (Missio), a. 1646 Gnidovizza, a. 1676 Bernag de Gnidoviza, a. 1695 Falletigh de Gnidovizza (Liber baptizatorum S. Leonardi).

Mi rifiuto di credere che questo toponimo derivi dal sostantivo sloveno "gnida" (= lendine, uovo del pidocchio) come sostengono alcuni autori italiani anche se in teoria, ma soltanto in teoria, ciò è possibile (cfr. ad esempio il paese di Lendinara presso Rovigo).
Faccio presente infatti che l'aggettivo di "gnida" (= lendine) è "gnidast" oppure "gnidav" e non "gnidov", pertanto è difficile sostenere la derivazione di Gnidovica dall'aggettivo "gnidav". Se il toponimo fosse derivato da questa ultima forma aggettivale avrebbe conservato la forma Gnidavica e non Gnidovica come appare in tutte le forme antiche prodotte. Di conseguenza io ipotizzo che il toponimo in esame sia sorto da una base aggettivale "gnidov" derivata probabilmente dal verbo "gniti" o "gnjiti" (= putrescere, marcire).

Anton Bajec nel saggio "Besedotvorje slovenskega jezika", Ljubljana 1959, pag. 61, riporta la voce slovena "zagnida" (= zanohtni prisad / cancrena, pus, infiammazione al di sotto dell'unghia) e pensa si tratti di una voce derivata dal verbo "zagnojiti" (= putrescere, marcire, suppurare) che è strettamente legato a "gniti", "gnjiti". Cfr. anche F. Bezlaj, ESSJ, pag. 153 sotto le voci "guida" II (= malenkost, košček, grižljaj), -gnida III (samo v zloženkah) e "gniti".

Richiamo inoltre l'attenzione del lettore sulla voce dialettale slovena delle Valli del Natisone "Gnjilovca" (= argilla). Questa forma è sorta dal sostantivo sloveno "ilovica" (= argilla) sul quale si è innestato il verbo "gnjiti" (= marcire; agg. "gnit") che in questo caso ha una funzione rafforzativa e rende ancora più evidente il significato di "gnjilovca" (= terreno marcio o marcito, argilla).

Il toponimo Gnidovica / Gnidovizza è sorto dalla forma aggettivale "gnidov" (< gnit-ov?) + il suffisso -ica.
La forma dialettale "Gniduca" o "Gnjiduca" è il risultato di due passaggi riduttivi tipici del dialetto slovena locale (ov > u e riduzione della i).
Secondo la mia ipotesi il toponimo Gnidovizza / Gnidovica avrebbe più o meno lo stesso significato di "gnjilovca" e precisamente: "località situata su un terreno marcio, marnoso o argilloso".

ČERNETICI (Cernetig)

"go par Černe(t)cjeh, gar od Černetčjah".
Il toponimo, situato tra la chiesa parrocchiale di Stregua e Preserjè / Presserie, è sorto dal cognome Černetič (it. Cernetig) come appare dalle seguenti annotazioni antiche:

a. 1602 Pauli Cerùetigh a Stregua (Missio), a. 1634 Cernetigh (cognome), a. 1730 Cernetigh de Cernetig sive Preseria (Liber baptiz. S. Leonardi). -

Ecco cosa scrive Pavle Merkù a proposito del cognome (Černetič: "Patronimico col formante -ič dal nome proprio Černè; quest'ultimo è in relazione col colore scuro dei capelli o della pelle ("črn" = colore nero, scuro) ed è stato formato con la particella finale -è che è caratteristica per indicare gli esseri giovani" ("Slovenski priimiki na zàhodni meji" in Mladika, pag. 19, Trieste 1980).

Confrontare anche i seguenti cognomi sloveni della stessa matrice: Černèt (it. Cernet) e Černéja (it. Cernoia) concentrati nella valle del Natisone e in quella di Savogua, Černòta (it. Cernotta) nelle valli di San Leonardo e Čérno (it. Cerno) presente nelle Valli del Torre.

PRESERJÉ (Presserie)

"u Preserjèm, iz Preserjà". Gli abitanti: Preserjàn'.
A. 1602 Grigor Simonigh de Preseria, Michael del qd. Helar Cresiz de Perseria, Helar Cosig de Preseria (Missio), a. 1631 Simoncig de Presseria, a. 1730 Cernetigh de Cernetig sive Preseria (Liber baptizatorum S. Leonardi).

Nell'area slovena esistono altri tre toponimi identici: Préserje nella Vipavska dolina, Préserje presso Ljubljana e Préserje presso Mengeš in Slovenia. Si tratta di toponimi ancora oscuri che però potrebbero avere una qualche relazione anche con Passariano presso Codroipo (Ud) e Persereano in comune di Pavia di Udine.

Passariano è annotato nel 1267 come Persereano e nel 1300 come Presereano (Corgnali). Per Persereano abbiamo invece le seguenti annotazioni antiche: a. 1031 Perseriano (Corgnali), a. 1166 Presareian e Pressarian, a. 1176 Perseriano (di Prampero).

Questa mia ipotesi non è del tutto campata in aria se si osserva che Passariano è situato tra Lonca (sl. Léka) e Codroipo al centro della cosiddetta Vastata Hungarorum interessata, attorno ai 1000, dalla colonizzazione slava del Friuli.

Lo stesso dicasi di Persereano distante appena tre chilometri da Percoto (dallo slov. Prehod = passaggio) anch'esso ubicato in una zona colonizzata un tempo dagli slavi. La maggior parte degli studiosi italiani pensa che questi ultimi due toponimi siano di origine prediale, derivanti da Perserius a sua volta derivato da Persius.
Secondo la mia ipotesi, invece, sia Passariano che Persereano hanno una certa affinità con i toponimi sloveni del tipo Preserje citati sopra.
Quando si affrontano i toponimi dell'area friulana colonizzata dagli slavi attorno al 1000 è necessario procedere con molta cautela, perché i relitti linguistici slavi si sono conservati soprattutto nella toponomastica e nella microtoponomastica.
Sul significato di questo toponimo (Preserje) è difficile dire qualcosa di concreto.
Io personalmente avanzo solo una ipotesi in riferimento al suffisso finale -je di Preserje: probabilmente si tratta della forma contratta di -jane (> -je). In questo caso il suffisso -je indicherebbe gli abitanti (Preserjane > Preserje).
Ad avvalorare questa ipotesi mi vengono in aiuto le forme antiche Presereano, Presareian e Pressarian citate sopra, le quali sono rimaste fossilizzate nella loro forma primitiva e non hanno avuto la possibilità di trasformarsi in -je perché l'elemento slavo in Friuli è stato ben presto assorbito dalla maggioranza friulana e i relitti linguistici conservati si trovano nello stadio evolutivo rapportato a circa 700 anni fa.
Božo Zuanella

Preparazione Ruben Specogna




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