Carissimo Giorgio,
avevo deciso di non intervenire, perché il tuo giudizio non poteva oscurare minimamente i tanti elogi ricevuti per i tre testi ancor prima della loro pubblicazione. Poi mi sembrava una scortesia non intervenire a interloquire con te, certo non per convincerti ma per certificarti che anch'io ho le mie ragioni.
Non posso per prima cosa non farti notare un vuoto nel tuo ragionamento. Tu parli di un teorema costruito su un falso assioma:
“non é vero che lo sloveno delle Valli non ha tradizione scritta.”
Ma qual é il falso assioma?
Che una lingua scritta, in questo caso il Nediško, non puó avere una grammatica e un vocabolario?
Giorgio, per favore!
Spontaneamente mi viene in mente il vecchio assioma: ... et incidit in foveam quam fecit! (BIBBIA, Salmo 7, 16)
D'altra parte tu stesso riconosci: “... lavoro che potrá essere utile solo a quanti vorranno avere un primo approccio al dialetto sloveno del Natisone...” Questo per me é giá pienamente sufficiente e lo ho apertamente dichiarato. Non pretendo altro. Per cui te ne sono grato d'averlo affermato. Anche se, per la veritá, é giá stato utile a tutti quelli che me l'hanno chiesto via e_mail (compreso Riccardo Ruttar) .
Peró, che ti piaccia o no, il Nedisko é stato per anni e anni, per millenni, solo una lingua orale. Tuo nonno sapeva scrivere? Il mio no! Aveva fatto la seconda elementare a Tarcetta, poi per andare avanti con gli studi avrebbe dovuto andare a San Pietro. Anche oggi, su cento persone delle Valli, che parlano in nediško, quanti hanno scritto anche una sola parola in Nediško?
Tu citi un mucchio di opere tutte belle, interessanti ma sono dell'altro giorno o poco piú. Anch'io ho scritto abbastanza in Nediško, ma per questo non posso mica dire che il Nedisko é una lingua scritta! Quanti documenti antichi conosci in Nediško?
Tu citi il Ponediščak: ho qua sulla mia scrivania tutto il grande mucchio dei suoi scritti (dal 1985 in poi). Con lui ho anche stampato un libro. E fra i suoi scritti troverai il termine “godan” e “godnejejo” e simili, che tutti i bambini della parrocchia di Antro e di Lasiz conoscevano bene almeno ai miei tempi e sicuramente anche tu; perché mi sembra impossibile che tu non li abbia mai usati. Peró anche dal Ponediščak non prendevo tutto per oro colato: i pochi termini che non conoscevo, li verificavo anche attraverso altre fonti.
Tu poi citi le prediche del Podrecca: le ho conosciute molto bene giá quando Pavle Merkú le ha pubblicate su “Letopis za leto 1971” e letto, verificato e approfittato molto bene del Slovarček finale del Merkú, in cui cita i termini nediški. Tu le citi come fossero schietto nediško: “scritte in una lingua che tutti, da Prossenicco a Drenchia, da Canebola a San Leonardo allora capivano e ascoltavano ogni domenica.” Che ascoltassero sí, che capissero (tutto) é tutto da provare.
La tua affermazione giá puzza: “di alto valore letterario, che accomunava gli sloveni dell’arcidiocesi di Udine e allo stesso tempo li rendeva linguisticamente vicini agli altri sloveni.” D'altra parte tu non puoi non sapere come da “sempre” i sacerdoti trattavano il nedisko. Ho sentito tante volte predicare in sloveno anche ad Antro nelle feste grandi, naturalmente solo dal 1945 al 1948. Ricordo come mi impressionava il fatto che quello che sentivo non assomigliava al parlare del nonno, della zia, dello zio, degli amici d'infanzia.
A me interessava e interessa il nedisko non “l'alto Nedisko”. Il mio nediško é il nediško della gente “incolta”, “povera”, ma genuina come la loro parlata che ho sentito, ascoltato, registrato, senza l'etichetta preconfezionata “natisoniano.doc”. A Mersino si parlava solo Nediško. Ti potrei citare decine e decine di persone con le quali io non ho scambiato una sola parola in italiano in tutti gli undici anni che ho abitato lassú, perfino in confessionale o in punto di morte.
Qua a casa mia con mia zia e con mia suocera abbiamo parlato per 30 anni assolutamente solo nedisko, nemmeno una sola parola in altre lingue. Quale fonte migliore?!
Il «Vocabolarietto italiano-natisoniano» e la relativa grammatica, compilati da Simona Rigoni e Stefania Salvino, li conosco bene e li ho anche in parte utilizzati: un degno tentativo da parte di “forešti” quando i “domači” non erano capaci di fare nulla!
D'altra parte diversi articoli anche di DOM mi facevano rizzare i capelli perché pretendevano di scrivere in nediško a loro somiglianza. Ho peró utilizzato molti articoli specialmente di Božo Zuanella e ricordo il vuoto che lui ha lasciato soprattutto dal punto di vista culturale, quando improvvisamente ha smesso, non so per quali motivi, di scrivere sul DOM.
Ho tra le mani un “katolški katekizem” (quello za Slovence Videmske nadškofije (giá “slovence” la dice lunga)), che tu citi; apro a caso e leggo: “.. se otrokom ponovijo in boli obširno razlošijo vsa znanja prejšnjih let,...” Ti suona Nediško?
Ho tra le mani 10 (dico dieci) fra pesmarice e testi di devozione. Perché non vieni a trovarmi e guardiamo cosa c'é di Nediško in quelle pubblicazioni?!
Ho tra le mani “Naše molitve - molitvenik za beneške slovence” (in altro documento Trinko dice: slovienje) di Msgr. Ivan Trinko. Vogliamo fare, come dici tu, “uno studio e un’analisi “ in base Nediško? Sicuramente ci sorprenderemmo come il Trinko parla ai benecjani!
Del Gorenzach Stefano ho pubblicato sul LINTVER gli scritti di Božo Zuanella e quindi li conosco bene. Come conosco, perché pubblicate anche da me, le ricette di Vernasso (che forse tu non conosci). Conosco una infinitá di indovinelli, detti meteorologici, filastrocche, ninne nanne, proverbi, ecc, ecc. Conosco le poesie dei nostri poeti contemporanei. Ma per questo si puó dire che il Nedisko é stata una lingua scritta? Sarebbe ridicolo! Adesso, finalmente, si comincia a scrivere. Ma si doveva iniziare molto tempo prima, che piaccia o no.
Comunque ribadisco: cosa influisce sul mio lavoro il fatto che il Nediško sia o non sia una lingua scritta? Ammettiamo pacificamente che sia una lingua scritta: a maggior ragione abbisogna di una grammatica e di un vocabolario. Tu dirai: ma non dei tuoi! E allora perché non li fai tu e perché non li hai giá fatto? Che oltretutto sei pagato coi soldi pubblici!
Una cosa vorrei capire e non riesco: perchè ce l'avete tanto con la grammatica e i vocabolari, o, meglio, col nediško?
Mi sembra patologico!
Il Nediško é di tutti i nediški slovénj: é la nostra ereditá!
Nino Specogna