Che bello il “fai da te”!
Non ci avevo pensato!
Desideravo, per accontentare la mia nipotina, acquistare due o tre caprette tibetane. Mi serviva un rifugio. Sono andato in un supermercato e ho acquistato una casetta “fai da te”. Tornato a casa, mi son messo a montarla: è stato facilissimo, non mancava nulla, proprio nulla, dalle strutture in legno all'ultimo chiodino. Meraviglioso il fai da te!
Giorni fa, su indicazione di amici, ho letto sul giornalino DOM: “Il teorema sulla 'lingua autoctona' non proviene dalla scienza linguistica, ma è costruito da 'esperti fai da te'. “
Non ci avevo pensato!
Da tempi immemorabili, il mio Nediško era tutto lì, nella bocca e nella coscienza della nostra gente, punto per punto, dalle sue strutture grammaticali all’ultima “pipetta”, pronto per essere confezionato. Infatti, io, esperto in “fai da te”, non ho fatto altro che prenderlo, così com’era parlato dalla gente e montarlo.
Che bel complimento, R.D. (???)
E adesso come potranno sostenere (a iniziare proprio da quel giornalino) che il Nediško non è una lingua o che il Nediško è una lingua inventata ? La logica del “fai da te” non sta nell’inventare le cose, ma di assemblare, mettere in ordine cose che esistono già.
Ma c'è una seconda perla che brilla per scientifica genialità, ossia il rimprovero:“Il teorema sulla 'lingua autoctona' non proviene dalla scienza linguistica”. Il che in parole povere significa che le lingue autoctone provengono dalla scienza linguistica.
E io che avevo sempre pensato e sostenuto che le lingue dei popoli provenissero dai popoli e non da presunti scienziati ! La lingua vernacolare, frutto del vissuto e della storia del popolo è espressione autentica e democratica della specifica comunità. Defraudare il popolo di questa sua naturale prerogativa significa commettere un abuso criminale, perché significa impedirgli di rimanere in armonia con se stesso; in altre parole significa promuovere la sua alienazione etnico-linguistica e farlo sentire straniero in casa propria.
Comunque, R. D., mettetevi il cuore in pace: tu e il tuo giornalino passerete mentre il nedisko - con la sua gramatika e i besednjaki - resterà finché il popolo che lo parla esisterà. Ma forse è proprio questo che vi disturba poiché avete in mente di sostituirlo con il popolo di un’altra nazionalità ! Solo questo disegno occulto giustifica la vostra acrimonia verso la vostra stessa lingua madre. Chissà come si rigirano nelle loro tombe i vostri antenati !
Per concludere, non sapendo in cosa sei esperto tu, R. D., ti farei volentieri una domanda:
“Tu saresti stato capace di scrivere la gramatika e i due besednjaki?”
Io ne dubito profondamente, anzi sono sicuro che, nonostante tutte le tue sentenze scientifiche, non ne saresti stato capace. Perciò ti dico in schietto Nediško: “Muč, rajš z ust ku z ritjo!”
Nino Špehonja