L'uso della lingua slovena nella Liturgia
Ecco cosa ne pensava l'arcivescovo Battisti
Nella realtà della nostra Diocesi udinese, accanto alle comunità di lingua friulana e tedesca, vive, lungo la fascia di confine che va dallo Judrio fino a Tarvisio, una numerosa Comunità di fedeli di parlata slovena.
In un mondo che si fa sempre più pluralistico, la Chiesa, per realizzare la sua universalità, è chiamata ad inserirsi ed incarnarsi nelle varie culture di cui è ricco il mondo.
Inoltre se la Pentecoste è la consacrazione divina delle lingue e lo Spirito del Signore ordina di proclamare e celebrare i prodigi di Dio nelle varie lingue, la Chiesa, con la coscienza di essere universale, deve immergersi nella cultura e nell'ambiente di ogni popolo, rispettandone le usanze, i costumi, le tradizioni per meglio trasmettere il messaggio evangelico.
La Chiesa che è comunione, ha una dimensione anche orizzontale, tra diverse comunità etniche raccolte in unità nell'ambito della Diocesi, dalla quale ricevono la conoscenza autentica della fede e delle norme di vita cristiana, la pienezza dei mezzi di grazia, l' influenza santificatrice soprannaturale della carità.
In considerazione di tutto ciò, il mio venerato predecessore ha riconosciuto ed approvato verbalmente l'uso della lingua slovena nella sacra liturgia, sempre presente attraverso i secoli, nella Slavia Italiana.
Ritengo utile e necessario, nello spirito e nel dettato del Concilio Vaticano Secondo, confermare, con il presente documento, in forma pubblica ed ufficiale, tale riconoscimento, approvando lo uso dei libri liturgici in lingua slovena, muniti della richiesta approvazione della competente Autorità Ecclesiastica, in tutte le parrocchie della Diocesi di parlata slovena, quando ciò è richiesto dalla utilità pastorale secondo il prudente giudizio del sacerdote e d'intesa con la sua popolazione.
Si abbia particolare riguardo nelle celebrazioni liturgiche alla presenza di fedeli che non capiscono la lingua slovena.
Esorto i sacerdoti friulani, che sono o saranno mandati a svolgere il loro servizio sacerdotale nelle parrocchie di parlata slovena ad apprenderla, stimarla ed usarla come segno di amore evangelico verso la gente ed i suoi alti valori umani e religiosi.
Ai sacerdoti nativi o quivi svolgenti il loro apostolato rinnovo la mia stima, la mia solidarietà ed il mio vivo ringraziamento per l'opera intelligente e la generosa dedizione sempre dimostrata in favore delle proprie popolazioni, procurando di conciliare l'amore e la fedeltà alla parlata e cultura slovena della gente ed insieme il rispetto leale e sincero delle leggi dello Stato.
Esorto i sacerdoti nel servizio fraterno dei fedeli a servire il Signore Gesù, luminosamente presente nelle chiese locali di parlata slovena ancora profondamente credenti.
Facendo scoprire nel cuore e nella storia di queste popolazioni la presenza nascosta di Cristo, i pastori comunicano ad esse quella gioia e quella immensa speranza di cui c'è tanto bisogno nella nostra epoca, e che fu la gloria degli Apostoli e dei Padri della Chiesa.
Udine, 25 marzo 1976.
+ ALFREDO, Arcivescovo
E ancora
Ljubita, živita sarčno vaso kulturo in vaše navade takuo lepe in vriedne.
Obdaržita vašo posebno podobo in bodita ponosni na njo. In pokazajta usien, kar sta in kar četa biti; takuo bota čuli blizu vaše drage žive in martve in vaša zgodovina na bo nikoli umarla.
Nadškfof Alfredo Battisti