CHELIDONIA
L’intera parte aerea o anche il rizoma che contiene un latice giallo, caustico.
La celidonia o erba rondinella è una pianta erbacea perenne a fusto eretto e ramificato.
Le sue foglie profondamente lobate ricordano quelle della quercia.
I fiori giallo-arancio, disposti ad ombrello danno dei frutti simili a baccelli verdi. Frequente nei campi di erbacce, ma dalle nostre parti anche a ridosso dei muri
Il nome deriva da chelidon, rondine, in quanto fiorisce all’arrivo delle rondini e sfiorisce quando esse partono.
Gli alchimisti fanno derivare invece il termine chelidonium da
coeli donum
(dono del cielo) per i poteri straordinari della pianta.
Secondo la teoria paracelsiana delle signature, il succo giallo della celidonia, simile alla bile, suggerisce l’indicazione elettiva per le affezioni biliari.
Proprietà per altro ben dimostrata anche in chiave moderna!
Principali costituenti
Sono stati isolati una ventina di alcaloidi (chelidonina, sanguinarina, berberina, ecc.), che possono variare sia in qualità che in quantità; negli organi sotterranei, che servono in parte per la produzione industriale degli estratti, il contenuto è notevolmente più elevato rispetto al resto della pianta.
Ulteriori componenti sono l’acido chelidonico, alcuni flavonoidi, una saponina e nel caratteristico latice della chelidonia sono stati identificati degli enzimi proteolitici.
Proprietà
E’ un antispasmodico in quanto la chelidonina, con azione più blanda e con effetto diretto sulla muscolatura liscia - riduce l’eccitabilità delle fibre nervose sensitive e motorie - è simile per la sua costituzione chimica e per la sua azione fisiologica alla papaverina che entra nella composizione di alcuni spasmolitici di tipo enterico.
Presenta inoltre un'azione coleretica e colagoga, purgativa e vermifuga.
Indicazioni
Viene impiegata nelle alterazioni funzionali della colecisti e delle vie biliari; trova quindi indicazione nelle sindromi spastiche dolorose gastrointestinali e biliari.
Può giovare anche nel decorso di alcune epatopatie (epatiti acute e croniche ed epatosteatosi).
Agisce anche in alcuni disturbi gastrici (gonfiori, pesantezze) e come vermifugo.
All’esterno viene usata, per calli, duroni, verruche e papillomi:
in particolare è questo l’uso ancora consolidato della medicina popolare.
Una spiegazione possibile viene fornita anche da una certa azione antimitotica della chelidonina, oltre alla presenza dei già citati enzimi proteolitici.
Modo d’impiego
infuso:
15 g di foglie secche per i litro d’acqua.
Tenere in infusione 10 minuti.
3 tazze al giorno tra i pasti.
Tintura madre:
20-40 gocce, due-tre volte al dì
Succo:
appena spremuto.
Applicarlo su calli, duroni, verruche, ecc 3-4 volte al dì, proteggendo la cute sana.
In commercio esistono anche pomate e lozioni a base di celidonia.
Dott. Franco Fornasaro