EUFRASIA
(Euphrasia officinalis L.)
tutta la pianta senza radici
Si presenta come pianta a peli ghiandolosi, il più delle volte ramificata nella metà inferiore, con foglie sessili acutamente seghettate e con fiori singoli nell’ascella delle foglie distali, con corolla bianca, spesso con venature lilla. Si trova di frequente in prati e pascoli, in estese zone dell’Europa.
Per scopo terapeutico si usano anche altre due specie di eufrasia: Euphrasia rostkoviana e Euphrasia striata.
Principali costituenti
Una resina aromatica, numerosi glucosidi in cui si riconoscono degli iridoidi quali l’aucubina, il catalpolo, l’eufroside, l’ixoroside, ecc., dei glucosidi della quercetina e dei tannini.
Proprietà
E’ un astringente e leggero analgesico delle mucose e un antioftalmico.
Indicazioni
Nelle faringiti e nelle stomatiti come antinfiammatorio.
E’ interessantissimo l’uso popolare, ampiamente diffuso (nelle nostre zone in Carnia e in Istria) l’eufrasia - chiamata anche ocialina - trova impiego nelle blefariti e congiuntiviti, anche sotto forma di impacchi contro gli orzaioli; in genere, quale trattamento di stati di affaticamento degli occhi e disturbi della vista di origine muscolare e nervosa (il nome comune tedesco Gemeiner Augentrost significa conforto degli occhi).
Questa indicazione, seguita anche dalla tradizione popolare nostrana, può esser fatta risalire alla teoria delle segnature (attribuita a paracelo) per l’occhio che appare sul fiore.
Come medicina popolare l’eufrasia è stata usata sotto forma di succo nei casi di ulcera gastrica.
Modo d’impiego
Uso orale:
un cucchiaio da dessert per tazza d’acqua.
Tenere in infusione 10 minuti:
3 tazze al giorno, tra i pasti.
Uso esterno:
una manciata per litro d’acqua.
Bollire 10 minuti.
Per lavaggi oculari nelle congiuntiviti e blefariti.
Anche per lavaggi del naso nella coriza.
L’eufrasia in omeopatia gode di grande considerazione:
sia sotto forma di granuli omeopatici, in particolare nel trattamento di raffreddori e
sia sotto forma di collirio ottenuto dalla tintura madre, usata da sola o in associazione con camomilla.
Un uso talmente consolidato ormai che le stesse industrie farmaceutiche tradizionali producono dei farmaci similari a quello omeopatico.
Dott. Franco Fornasaro