FRASSINO - JESEN
E’ un albero che si adatta bene.
Frequente in boschi di latifoglie e radure dell’Europa temperata dal mare alla zona montana.
E’ coltivato a filari nei campi e come pianta ornamentale; presenta delle gemme nere e dei fiori in pannocchie composte, prive dell’involucro del fiore, che appaiono prima delle foglie.
Foglie, succo
Principali costituenti
Il succo zuccherino (presente anche in Fraxinus ornus L.) che sgorga in seguito a puntura d’insetti o per mezzo d’incisioni e che si rapprende all’aria fornisce direttamente anche il rimedio, la cosiddetta manna, che può essere in sorte, costituita da agglomerati e frammenti irregolari caduti al suolo, con impurezze varie, dall’odore di miele fermentato, o cannellata, più pregiata, in pezzi di forma regolare e di odore gradevole.
Il principio attivo della manna più conosciuto è la mannite, ma importante risulta essere anche la fraxina, una sostanza cumarinica, che si trova in particolare nelle foglie.
A loro due si possono far ascrivere le maggiori proprietà terapeutiche della pianta.
Una precisazione:
la mannite commerciale, simile al principio attivo naturale, è un prodotto di sintesi, per cui sarebbe sempre da privilegiare nell’uso la manna.
Proprietà
Il frassino è dotato di azione diuretica, diaforetica e lassativa
Indicazioni
Ancor oggi il succo rappreso viene usato principalmente in pediatria come blando purgante (la manna non è assorbita ed aumenta quindi la pressione osmotica dell’intestino) dal sapore dolce e gradevole, e praticamente senza effetti collaterali.
Le foglie invece possono essere utilizzate con buoni risultati nella terapia del reumatismo e della gotta.
Modo d’impiego
Decotto delle foglie:
5 minuti di ebollizione, una manciata per litro.
Bere tre, quattro tazzine al giorno.
Macerato glicerinato:
50 gocce due-tre volte al dì prima dei pasti in caso di gotta, sia come rimedio di fondo che in caso di crisi acuta.
La manna a pezzi sciolta in liquidi (latte, succo di frutta, thè, ecc.) come lassativo.
Nella medicina popolare di Trieste e dell’Istria (ma anche del Cividalese) si registra ancora un uso consolidato della cosiddetta bevanda viennese, vale a dire un purgante de mana e sena:
20 g di manna e 10 di senna, infuso non bollente, più bicchierini o tazzine al dì.
Dott. Franco Fornasaro