LAMIO
Parte epigea
Pianta con rizoma strisciante ramificato, foglie simili a quelle dell’ortica, peduncolate.
E’ diffusa in campi di erbacce e cespugli umidi.
Principali componenti
Anche se poco studiata da un punto di vista fitochimico, il lamio bianco sicuramente presenta saponine triterpeniche, acidi fenolcarbossilici, flavonoidi e sostanze mucillaginose.
Molto probabilmente sono presenti anche tannini
Proprietà
E’ un tonico astringente con specificità uterina, vaso costrittore e depurativo.
Indicazioni
E’ impiegato nelle diarree e dissenterie, nelle metrorragie e mestruazioni dolorose, nelle leucorree, nelle emorroidi e nella difficoltà da minzione degli anziani, anche accompagnata da cistite.
Modo di utilizzazione
Infuso:
un cucchiaio da dessert di foglie tagliate o di fiori per una tazza di acqua.
Bollire e tenere, in infusione 10 minuti.
2 - 3 tazze al giorno tra i pasti
Tintura madre:
25 - 30 gocce tre volte al dì prima dei pasti.
Uso esterno:
una manciata di pianta secca tagliata per litro d’acqua.
Bollire 10 minuti.
Per irrigazioni vaginali nelle leucorree.
Medicina popolare
In Carnia l’etnoiatria prevede che il decotto di lamio venga usato in caso di bruciori di stomaco e di infiammazioni intestinali.
La parte terminale, lessata assieme a foglie di Chenopodium bonus-Henricus (melda), di Silene vulgaris (sclopit) e di Taraxacum officinale L. (tala), condita con olio, limone e aglio costituisce un contorno di verdura che preso giornalmente per un mese, è un rinfrescante e depurativo primaverile.
Dott. Franco Fornasaro