Vogu - Lubja - Vogel
Vogu da Mersino tra Joannes e Mija
La cima del monte Vogu sembra insignificante: è quasi un altipiano.
Sono invece impressionanti le pareti a picco verso la valle del Pradolino e ancor più i ghiaioni verso Stupizza.
Il monte Vogu in pochi anni, una cinquantina, ha cambiato completamente volto.
Oggi è "invaso" da essenze arboree di ogni specie, allora era essenzialmente prato e pascolo.
I luoghi sassosi che non mancavano già allora, anzichè depauperarlo lo arricchivano con le fragranti fragole, i numerosissimi e dolcissimi lamponi, i saporiti mirtilli e, inoltre, con arbusti pieni di bacche d'ogni genere, delizie per i numerosi uccelli anche di grossa stazza come pernici, catorsi, beccacce, galli cedroni.
Un vero paradiso per i cacciatori, ma anche per gli amanti della natura com'ero io già allora anche se solo bambino.
La prima volta che vi sono salito ancora scolaro fu proprio per merito di un appassionato cacciatore: il parroco del luogo, don Roiatti.
Montefosca sotto il Vogu
Montefosca
Mi trovavo a Montefosca perchè la mamma mi chiedeva spesso di accompagnarla nelle sue peregrinazioni ostetriche e a Montefosca, mentre lei era impegnata nel suo lavoro, mi affidava al parroco particolarmente disponibile.
Una di quelle volte, un pomeriggio, lo trovammo davanti la grande canonica col fucile in spalla.
Lo seguii volentieri, perchè, tra l'altro, di caccia mi intendevo.
Erano gli anni della guerra e per sopravvivere si cacciava con mio fratello Efrem tutto e in tutti i modi: dai ghiri, agli scoiattoli, alle volpi, alle ghiandaie...
Fui molto impressionato da quel monte strano.
Da Montefosca vedevi l'orizzonte e pensavi di arrivarci in un momento.
Invece più salivi, più l'orizzonte si apriva e si allontanava: avvallamenti, salitine, piccole montagne di sassi, prati estesi.
C'era proprio di tutto.
Era un ambiente nuovo per me, suggestivo, quasi misterioso.
Il parroco, nonostante tutte le cartucce consummate, non prese nulla e io provai un gran senso di soddisfazione, ma non per gelosia (in qualche modo ero cacciatore anch'io), bensì perchè guardando le cose dall'esterno, mi sembrava ingiusto eliminare delle povere creature indifese da unambiente che in pratica era il loro ambiente.
Oggi il Vogu è molto diverso.
Una strada interpoderale vi arriva fin sotto la cima.
La parte sommitale è comunque ancora molto interessante per una facile e tranquilla passeggiata estiva proprio attraverso la strada interpoderale, che parte dall'asfalto, raggiunto il culmine sopra Montefosca o per raccogliere i numerosi lamponi
Ancor più interessanti sono i suoi versanti: quello verso nord che dà sulla valle del Pradolino e quello verso est.
Questo versante ospita un ghiaione enorme che parte in pratica dalla cima del Vogu (1124 m) e scende fino al villaggio di Predrobac (226 m), un salto di 898 m.
Questo ghiaione era molto utilizzato come "plas" per far scendere la legna dalle pendici del monte a valle.
Sulla sinistra il ghiaione, visto da S. Lorenzo di Mersino.
A nord-est, in località Korita, si trova una caverna con appunto due korite dall'acqua freschissima, molto utilizzata a suo tempo dagli abitanti di Predrobac.
Nino Specogna
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