Feci far io Mattia Comatiz per mia divozione
Chi fu l'autore di questa scritta che appare sulla scalinata della grotta di antro?
La grotta di S. Giovanni Battista d’Antro è stata menzionata per la prima volta in un documento del 889 quando il re Berengario concesse ad un certo diacono Felice la chiesetta (s. Ivan v Celè) e altri terreni adiacenti. Per ricordare questo anniversario (889-1989) tenterà di risolvere un piccolo problema legato al complesso architettonico della grotta di Antro. Su uno dei gradini per salire alla grotta c’è una iscrizione, in parte rovinata, che dice:
“Feci far io Mattia Comatiz per mia divozione”.
Questa iscrizione ha destato nel passato una certa curiosità ma nessuno è riuscito a datarla e tanto meno a determinare ch fosse e da dove provenisse Mattia Comatiz
(cfr. A.A.V.V. La grotta di S. Giovanni d’Antro, note d’arte e di storia, AGRAF,. Udine 1966, pag. 26-28 – nel LINTVER: Storia/la grotta d'Antro/cenni storici).
Chi era Mattia Comatiz?
Il cognome Comatiz è oggi assente sia nelle Valli del Natisone che nel Cividalese. Sui libri parrocchiali di S. Pietro e di S. Leonardo
(quelli dei battesimi iniziano rispettivamente nel 1612 e nel 1628),
questo cognome compare appena quattro volte.
La annotazione più antica risale al 1647.
Il 7.3. di quell’anno
“Gregorio, figlio di Lorenzo Ploc di Azida e di Juanna sua moglie fu battezzato per me s. Filippo Strazzulino; fu compadre Andrea Galanda, comadre Polonia moglie di Juuan Comatazfabro di Azzida”.
L’anno seguente, il 1.3.1648
“Marina fihia legitima di Joannis Comatiz et Apolloniae jugalium, baptizata est a me P. Matthia Tropina. Patrini fuere Tomas Darbalo de Ponteacho et Vrsa Gallandinza di Azida”.
Giovanni Comatiz viveva dunque ad Azzida dove esercitava il mestiere di fabbro.
Sembra che questo cognome si sia estinto ad Azzida entro pochi decenni, perché di lui non troviamo traccia sui libri parrocchiali di S. Pietro fino al 1726.
Una annotazione molto interessante è contenuta invece nel S. Libro dei battesimi di S. Pietro.
Il 16 dicembre del 1666
“A ntonius fihius legitimus Joannis Tomasetig de S. Petro et eius coniugis Rosina baptizatus est ab Andrea Tomasetig domi in periculo mortis, et demum iuxta Ritum Romanum “
.
Il piccolo Antonio Tomasetig venne battezzato in casa “in periculo mortis” e le cerimonie del battesimo furono completate qualche giorno dopo alla presenza del padrino e della madrina che erano, rispettivamente,
“Matthia Comatiz et Jeronima uxore Joannis Baptistae Tomadel”
, ambedue di Cividale.
Questo Mattia Comatiz potrebbe essere il benefattore che “fece fare” o rifare la scalinata d’accesso alla grotta (92 gradini). Presumo, infatti, che essendo cittadino cividalese fosse anche benestante e quindi in grado di finanziare un’opera piuttosto costosa.
Questo Mattia Comatiz doveva essere anche legato alla parrocchia di S. Pietro degli Slavi e alla grotta di Antro non soltanto per motivi sentimentali.
Comatiz (= Komatič) è infatti un, cognome sloveno e potrebbe essere immigrato nella valle del Natisone e a Cividale dalla vicina valle dell’Isonzo. Sul libro dei battesimi della parrocchia di S. Leonardo è annotata nel 1728 la presenza di un certo
“Matthia Commatig existens in molendino sub Azzida”.
In effetti,
“Matthias Comatig”
era
“de sub Castro B.M. V. “
, cioè proveniva dalla zona di Castelmonte, ma
“de faCto habitans in molendino Azidae”
già nel 1726 come risulta dai Libri baptizatorum S. Petri.
Il libro dei morti, infine, annota nel 1767 la morte di
“Matthias Comatiz de Azida, famulus in molendino Sub Azida”
.
Questo Mattia Comatiz era dunque un semplice servo o garzone che prestava la sua opera nel mulino situato sotto l’abitato di Azzida (oggi mulino Pussini).
Il cognome Comatiz non è tipico delle valli del Natisone; compare, infatti per la prima volta solo nel 1647 sui libri dei battesimi della parrocchia di S. Pietro mentre era del tutto assente nella contigua parrocchia di S. Leonardo.
Era invece presente nella alta valle dell’Isonzo.
Nel 1764, infatti, Antonio, il figlio di fu Giovanni Comatiz di Serpeniza (= Srpenica presso Plezzo/Bovec) si sposa a S. Pietro con Ursula Cosmacin di Biarzo.
Concludendo, possiamo ritenere che la scalinata di accesso alla grotta di S. Giovanni d’Antro sia stata commissionata e finanziata probabilmente da Mattia Comatiz, uno sloveno che abitava a Cividale verso la metà del XVII secolo.
Non ritengo, infatti, che Mattia Cornatiz di Azzida potesse finanziare un’opera così costosa dato che era un povero servo e quindi privo di mezzi finanziari, anche se, ovviamente, bib possiamo escludere a priori anche questa possibilità.
B. Zuanella
B. Zuanella
da DOM n. 15 - 1989