Mons. Luigi Faidutti testimone della fede

Sabato 31 marzo, alle 20.30, nella sala grande del ricreatorio «Umberto Miniussi» di Visco verrà presentato il libro di mons. Paolo Caucig
«Luigi Faidutti (1861-1931) Un testimone della fede e della giustizia sociale»,
edito da Nuova iniziativa isontina e dal Centro studi «Sen. Antonio Rizzatti» di Gorizia.
Ne parlerà il prof. Ferruccio Tassin.

Si tratta di un’opera, ampliata e aggiornata, rispetto a quella uscita a Udine nel 1977 per le edizioni di Nuova base.
Questa realizzazione è stata resa possibile dal determinante contributo economico della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia.

Faidutti fu il personaggio determinante per l’affermarsi del movimento cattolico nella Contea di Gorizia e Gradisca, del quale fu il raffinato tessitore.

Nato a Scrutto di San Leonardo l’11 aprile 1861, compì i primi studi nel paese natale e a Cividale; nel seminario di Udine fece il liceo e i primi due anni di teologia.
Nel 1880 su invito del canonico del duomo di Gorizia, mons. Eugenio C. Valussi, che diventerà principe vescovo di Trento, entrò nel seminario di Gorizia ed acquistò la cittadinanza austriaca.
Nel 1884 fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo mons. Alojz Zorn.
Per un anno fu cappellano della parrocchia di San Rocco a Gorizia, in seguito fu mandato a studiare all’Augustineum di Vienna, che era il centro del clero d’élite per tutto l’Impero.

Laureatosi in teologia all’Università di Vienna nel 1888, al suo ritorono a Gorizia, fu nominato direttore spirituale e professore di Sacra scrittura nel Seminario centrale.

Ben presto si dedicò anche all’attività sociale e politica. Fu fondatore di società economiche cattoliche, amministratore pubblico impegnato nella cultura e nella scuola, preposito del Capitolo metropolitano di Gorizia, mise a disposizione i locali della prepositura per la realizzazione di un ricreatorio per la gioventù.
Nel 1908, fondò ad Aiello il «Giovane Friuli», società sportiva e ricreativa modellata sul «Giovane Trentino» (spesso andò a Trento a studiare quelle istituzioni cattoliche), che raggiunse più di 1.500 aderenti nel Friuli Austriaco.

Deputato a Vienna nel 1907 e nel 1911, nel 1913 fu nominato dall’Imperatore capitano della Contea di Gorizia e Gradisca.

Dopo la grande guerra, mise la sua esperienza politica al servizio della Santa Sede presso la nunziatura apostolica in Lituania, meritandosi un posto di primo piano nella storia delle istituzioni ecclesiastiche di quel Paese.
Morì il 18 dicembre 1931 a Konigsberg nella Prussia orientale.
E' sepolto nella cripta della cattedrale di Kaunas.

Faidutti fu soprattutto un sacerdote: tutta la sua vasta azione sociale e politica era a vantaggio delle anime. Anche quando era parlamentare a Vienna, la sua presenza nella Contea fu costante e capillare sia nell’esercizio delle sue funzioni di deputato sia in quelle di sacerdote.

L’autore del volume, mons. Paolo Caucig, è un conterraneo di mons. Faidutti.
Nato a Clastra di San Leonardo nel 1932, già parroco di Remanzacco, ora canonico a Cividale, ha conseguito il dottorato di ricerca in teologia, alla Pontificia Università Lateranense di Roma.

Testione della fede e della giustizia sociale

G. B. DOM 15.11.2007

Mons.Luigi Faidutti, testimone della fede e della giustizia sociale.

Fu una personalità di livello europeo; capitano della provincia di Gorizia e deputato a Vienna; preposito del capitolo metropolitano e diplomatwo della Santa Sede in Lituania.
Ma nella sua patria è stato fatto oggetto di un incredibile ostracismo e di una «damnatio memoriae» senza precedenti.


Dimenticato, calunniato, perse­guitato in patria; conosciuto, stimato, modello di sacerdote e uomo politico all’estero. E questo lo strano destino di mons. Luigi Faidutti (Scrutto d iSan Leonardo 1861-Konigsberg 1931), una personalità di livello europeo, dai grandi orizzonti e dal­le incisive iniziative, in campo sociale, con le quali ha dato avvio ad una vera «ri­voluzione» a favore dei contadini e delle classi più deboli del Goriziano; uomo po­litico eletto al parlamento di Vienna e ca­pitano della provincia di Gorizia, sacer­dote integerrimo nominato preposito del capitolo metropolitano di Gorizia e poi diplomatico della Santa Sede in Lituania.

Eppure mons. Faidutti è stato fatto og­getto di un incredibile ostracismo, di una «damnatio memoriae» senza precedenti nei confronti di una persona che ha speso la sua vita a servizio della Chiesa, della sua gente e delle istituzioni pubbliche. È questo quanto è emerso nel corso della presentazione della seconda edizione del volume di mons. Paolo Caucig «Luigi Faidutti (1861 - 1931).

Un testimone del­la fede e della giustizia sociale», edito a Gorizia da Nuova iniziativa isontina e dal Centro studi Antonio Rizzatti.

L’iniziativa, promossa dall’associazione don Eugenio Blanchini di Cividale con il patrocinio del Comune e della par­rocchia di San Leonardo, che ha avuto luogo lo scorso 3 novembre nella sala consigliare del Comune a Merso di Sopra, ha contnbuito, da una parte, a porta­re alla luce l’opera sociale e politica di mons. Faidutti, dall’altra, a denunciare il silenzio caduto su una personalità di pri­mo piano della Slavia e del Goriziano.

Dopo la prima guerra mondiale era proibito perfino parlare di mons. Faidut­ti - ha ricordato mons. Caucig, perché, co­me ebbe a dire pre Tite Falsari, era considerato «austriacante e traditore della pa­tria».
L’«imput» per conoscere e scrivere la tesi di laurea in teologia, conseguita presso l’Università Lateranense, fu dato a mons. Caucig dal parroco di San Leo­nardo, don Angelo Cracina, anch’egli cultore e ricercatore di storia locale.
Ma la difficoltà che don Paolo ha incontrato nel suo lavoro di ricerca fu quella di repe­rire materiale e documenti su mons. Fai­dutti.
Poco era stato scritto a causa dell’o­stracismo, mentre i documenti personali erano conservati dal pronipote, il dottor Francesco Cromaz.
Questi, superato un primo momento di diffidenza, affidò a don Paolo la grande mole di manoscritti appartenuti a mons, Faidutti, in base ai quali è stata prima compilata la tesi di laurea e poi il volume
«Attività sociale e politica di Luigi Faidutti (1861—1931)», pubblicato a Udine nel 1977.

primo momento di diffidenza, affidò a don Paolo la grande mole di manoscritti appartenuti a mons, Faidutti, in base ai quali è stata prima compilata la tesi di laurea e poi il volume «Attività sociale e politicadi LuigiFaidutti (1861—1931)», pubblicato a Udine nel 1977.

Nel corso della presentazione, mons. Caucig, più che parlare della sua opera, ha voluto difendere mons. Faidutti dalle accusa di aver
«rinnegato il suo popolo».
«Non è così! —Ha ribadito ed ha spiega­to il perché—.
I1 17 giugno l884 ha celebrato la sua prima messa a San Leonar­do e poi a Cravero, Cosizza e Clastra. Ri­tornava in paese per le festività e a tenere conferenze; nel 1896 tentò di fondare una cassa rurale; nel 1908, già deputato a Vienna, ritornò per celebrare il 25° di sa­cerdozio.
Intervenne per far tornare i pri­gionieri di guerra di San Leonardo; fece una generosa offerta per la costruzione della chiesa del sacro Cuore a Merso.
Scrisse una lettera nella quale esprimeva la sua volontà di essere sepolto a San Leonardo».

Mons. Faidutti fu sacerdote integerri­mo, ha ricordato mons. Caucig, «un po­litico a 360 gradi, controcorrente, non opportunista, mediatore; fu un parla­mentare “mitteleuropeo”.
Assieme ai colleghi al parlamento di Vienna, Giu­seppe Bugatto e Alcide De Gasperi, fon­dò l’Università di Trieste».
Eppure mons. Faidutti fu fatto oggetto di un «ostracismo assurdo e malfamante» a tal punto, ha ricordato mons. Caucig, che un giovane fu mandato alla stazione di Gorizia per ucciderlo.
Questo giovane era suo figlioccio.
Le gerarchie ecclesia­stiche romane non furono tenere con lui e ascoltarono Mussolini, così nel 1924 mons. Faiduttì fu «promosso» e manda­to in Lituania.
«I profeti sono sempre scomodi», ha sottolineato mons. Caucig ed ha aggiunto che se per don Luigi Stur­zo è in corso il processo di beatificazio­ne, altrettanto dovrebbe essere fatto per mons. Faidutti.

Anche il prof. Ferruccio Tassin ha puntato il dito contro quanti hanno di­menticato mons. Faidutti, in particolare contro «il mondo accademico, che non ha speso una parola in suo favore» in no­me di una becera retorica patriottarda.

Mons. Faidutti, invece è stato una perso­nalità di «notevole spessore, un uomo europeo che ha precorso i tempi ed ha partecipato ai problemi della povera gente.
Eppure l’offesa più grave era dare del “faiduttiano” ad una persona».
E sta­to ripagato con l’esilio e vi è morto; la sua salma riposa nella cripta della catte­drale di Kawias, in Lituania, dove la sua memoria, invece, è ancora viva.

I1 pronipote di mons. Faidutti, il dottor Francesco Cromaz, ha ripercorso le vi­cende che hanno portato a far conoscere e rivalutare questo personaggio di primo piano nella storia della regione in ante­cedenza considerata «la figura più vitu­perata del Friuli che non poteva mettere piede nella sua terra».
In un primo mo­mento «i vituperi si sprecavano nei suoi confronti, poi ci fu un silenzio totale», ha ricordato Cromaz.
Solo dopo la seconda guerra mondiale si costituì nel Goriziano un movimento per rivalutare la sua fi­gura. Ma fu il senatore udinese Tiziano Tessitori a sostenere che mons. Faidutti «meritava una biografia».

Cromaz ha poi ricordato alcuni episo­di riguardanti il prozio e la sua famiglia:

allo scoppio della prima guerra mondia­le i fratelli di mons. Faidutti furono spe­diti in Sardegna e poterono rientrare ap­pena nel 1919, mentre i cognati furono mandati a Firenze.
Le motivazioni non furono mai dette, ma è evidente che que­sti provvedimenti furono adottati poichè erano parenti di mons. Faidutti.
DOM 31-03-2007
G. B.
DOM 15.11.2007
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