Matajur, natale 2000
Sempre attuale, perchè drammatico, l'appello di mons. Alfredo Battisti, allora arcivescovo di Udine, che ha abbandonato le celebrazioni nella cattedrale di Udine, per recarsi a celebrare la messa di mezzanotte a Matajur.
Un gesto di amore, che fa onore all'anziano arcivescovo e che resterà nella storia delle nostre Valli assieme alle forti parole pronunciate durante l'omelia, parole che riecheggiano quelle pronunciate a suo tempo da mons. Ivan Trinko.
"...Sono venuto, come i pastori di Betlemme, a vedere, ad ascoltare, non il vagito di un bambino che nasce, ma il lamento di un popolo che muore. Qui muore un popolo per l'inarrestabile ésodo dalla Slavia friulana.
Il censimento di cui parla il Vangelo ci fa pensare al censimento di queste Valli. Dal censimento del 1981 a quello del 1991 i 7 comuni delle Valli del Natisone hanno perso ulteriormente il 18,3% della popolazione e risulta vuoto il 24,4% delle abitazioni.
I giovani se ne vanno verso la pianura, vicini al posto di lavoro. La popolazione invecchia: la nascita di un bambino è un fatto eccezionale. Qui muore una cultura, che è ricchezza del Friuli, per lo spegnersi della identità etnico linguistica slava.
Lo Stato non ha, dopo 50 anni, ancora dato attuazione al dettato dell'Art. 6 della Costituzione, che prevede una legge di tutela di questa minoranza slava.
Le iniziative culturali per salvare questa identità sono state osteggiate e viste con sospetto. Qui muore una ricca tradizione religiosa di una popolazione in cui la fede è stata da sempre inculturata, cioè strettamente legata alla lingua, alla cultura, all'anima di questa gente.
Il profeta Isaia, nella prima lettura (ISAIA 9, 2041) annuncia: "Il popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce".
Lo so che il paese, la Regione, il Friuli vivono un momento economicamente e politicarnente difficile. Ma, dando voce al lamento di un popolo che muore, oso chiedere ai politici, amministratori, imprenditori, operatori economici e finanziari che si faccia ogni sforzo per fermare questo esodo drammatico dei giovani.
Portando sorgenti di lavoro, specie artigianale in queste zone in conformità al pensiero sociale della chiesa, non è il lavoro che deve cercare il capitale, ma il capitale che deve cercare il lavoro, con un decentramento che non sradichi la gente della propria terra. Garantendo i servizi sociali essenziali, compresi i servizi sanitari.
Defiscalizzando le famiglie che restano a custodia e tutela della montagna; impediscono il degrado ambientale; evitano i dissesti ecologici che causano inondazioni e calamità naturali; fanno sì che ogni zolla del pianeta terra risponda alla sua vocazione di produrre a servizio dell'uomo.
Favorendo rapporti di intesa con le confinanti popolazioni slave, mediante le comunicazioni di lingua e di storia. Insane politiche nazionaliste di questo secolo hanno creato ai confini trincee e fili spinati, vedendo al di là del confine un nemico.
La vostra mediazione diventa ponte di collegamento che prepara la nuova Europa di San Benedetto e dei Ss. Cirillo e Metodio. Ma un appello lo lancio anche a te popolo di queste Valli del Natisone.
Isaia continua nel suo messaggio di speranza: "Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete".
Coraggio, quindi riprendi la speranza, la gioia. Trova nella tua fede, nella tua cultura, nella tua storia, la volontà di salvare le tue radici, la tua anima.
Fermarsi quassù renderà la vita meno facile che in piano, nel Cividalese o nel Manzanese. Non è sempre detto però che una vita più facile sia una vita più felice. Si può arricchire di soldi nel portafoglio, ma impoverirsi miseramente nell'anima perdendo le proprie radici, la propria identità. Diventare come tanti italiani: "Sazi, ma scontenti", quindi infelici.
Popolazione Valli del Natisone suddivisa in fasce d'età
da 0 a l8 anni.....868
da l9 a 35 anni...1452
da 36 a 65 anni..2740
più di 66 anni.....1494
totale.................6554
Mons. Alfredo Battisti
da DOM n. 16 - 2000