La canonica di Lasiz
Per la gente della parrocchia di Lasiz è stata luogo di educazione religiosa e punto di riferimento in tempi difficili.
Cosa fare delle nostre belle canoniche?
Si è sviluppata di recente un'animata discussione tra la gente della vecchia parrocchia di Lasiz sulla destinazione da dare alla bella canonica che domina dall'alto il paese ed offre un ampio panorama sulla valle del Natisone.
Alla richiesta di ospitare nell'edificio un gruppo di obiettori di coscienza, che prestano servizio civile nelle case di riposo di San Pietro al Natisone e di Cividale, la gente ha risposto negativamente vantando anche un certo diritto di proprietà sull'edificio in quanto è stato costruito dalla popolazione dell'allora cappellania di Lasiz.
Questa circostanza e le discussioni che si sono accese ci ha spinto a fare una ricerca su come e in quali circostanze è stata costruita la canonica di Lasiz.
Con questo scritto non vogliamo entrare nel merito delle scelte fatte, né delle motivazioni portate, vogliamo solo dare un contributo "storico" alla discussione nella speranza che questo patrimonio di tutta la gente della parrocchia di Lasiz possa essere utilizzato nel migliore dei modi e per il bene di tutti anche attraverso la valorizzazione del nostro ricco patrimonio di fede e di cultura.
La storia della sua costruzione
Vale la pena ripercorrere la storia della canonica di Lasiz anche per ciò che essa ha rappresentato per la popolazione non solo dal lato materiale ma anche perché essa fu il luogo dell'educazione religiosa di intere generazioni, il punto di riferimento nella buona e nella cattiva sorte, specialmente nei momenti bui della guerra, quando, con la soppressione di tutti gli ordinamenti civili, nel marasma generale solo il pastore d'anime rimase al suo posto a guidare il gregge affidatogli.
Le notizie che riportiamo le abbiamo attinte dal libro storico della parrocchia di Lasiz scritto da don Antonio Cuffolo, una figura di sacerdote ancora viva nella memoria della gente che sta assumendo un rilievo sempre maggiore fra quanti si interessano della storia locale.
Nominato un capellano stabile a Lasiz
Con lettera del 24 novembre 1852 i deputati del comune di Tarcetta Giovanni Battistig e Antonio Gubana, in risposta alla lettera del commissario imperiale di San Pietro degli Slavi, scrivevano che "per poter avere un cappellano stabile, sono disposti a trovare una abitazione provvisoria in affitto in attesa di provvedere essi stessi alla costruzione della casa canomca".
Dove costruire la canonica
Don Giovanni Clignon, il primo cappellano che dimorò stabilmente a Lasiz, fu ospitato nella casa Balus (Marznjak) di Lasiz dove visse e morì in tarda età.
Gli successe pre Giovanni Domenis di Rodda che si trovò nelle stesse condizioni del suo predecessore ma nel periodo del suo servizio ebbe inizio la travagliata storia della canonica.
Tutti furono d'accordo sulla sua erezione, ma non sulla sua ubicazione.
Don Domenis, appoggiato dal parroco di San Pietro don Muzzig, propendeva per un luogo posto sotto il paese, in un campo presso la fontana, che si trova lungo la strana per Cicigolis.
La canonica doveva avere la facciata rivolta ad est, verso Rodda. Gli abitanti di Lasiz però erano contrari a questa soluzione e ragionevolmente (diciamo oggi) la volevano nel bel sito ove ora si trova.
Amareggiato dai contrasti e impossibilitato a trovare un accordo, don Domenis si trasferì a Masarolis.
---+++Pre Antonio Podrecca inizia la costruzione
Al suo posto venne nominato pre Antonio Podrecca di San Pietro, prete giovane, intelligente ed energico che, infischiandosi di don Muzzig e di don Jussig cappellano di Antro (Antro era la matrice della cappellania di Lasiz) nonché dei Cicigolesi, sposò la causa dei paesani di Lasiz, prese per muratori gli stessi fratelli di don Domenis di Rodda, indisse le rabuote e con sacrifici inenarrabili, lavorando di giorno e di notte, fra ironie, derisioni e l'incredulità degli oppositori, condusse a termine la costruzione del fabbricato su un terreno acquistato da Giuseppe Specogna di Lasiz.
Al licof, pre Antonio Podrecca (detto Kis), volle premiare quei bravi giovani, vivi ancora negli anni '40, offrendo loro un barile di vino e chiamando un suonatore di fisarmonica per il ballo della sclave sulla gorica (piazza del paese).
Di fronte a tanto coraggio e bravura i Cicigolesi si arresero, entrarono a far parte del consorzio e contribuirono alle spese successive di intonacatura e fornitura serramenti e servizi vari.
Finalmente la canonica
La costruzione della canonica fu terminata nell'anno 1878, come indicato su numerose pianelle del tetto. Pre Antonio Kis di San Pietro ne potè quindi prendere possesso ed abitarla fino alla sua morte avvenuta il giorno di Pasqua del 1895.
Dopo una lunga vacanza la canonica venne abitata da pre Antonio Domenis che non era riuscito nell'intento di edificarla.
Vi soggiornò fino a tarda età (era nato nel 1833) e infine si ritirò nella sua casa natale di Rodda dove morì il 29.12.1908.
Riposa nel cimitero di Brischis dove una lapide con scritta in sloveno, indicava fino a poco tempo fa il luogo della sepoltura.
A don Domenis successe don Vittorio Squarzolini di Sanguarzo che conosceva un po' di sloveno avendo la madre di Montefosca.
Ammalatosi di tisi, morì in giovane età lasciando la cappellania priva di cura d'anime.
Arriva don Antonio Cuffolo
Dopo qualche anno arrivò don Antonio Cuffolo per ritemprarsi dalla malattia contratta in guerra.
Venne a Lasiz per un breve periodo di riposo il 19 marzo 1920, ma rimase per quasi quarant'anni, fino alla morte avvenuta nel tragitto in autoambulanza dall'ospedale di Cividale a Lasiz ove desiderava essere trasportato, alle 8.30 del 13 ottobre 1959.
In tanti anni, oltre al ministero sacerdotale, don Antonio profuse tutte le energie per l'abbellimento della chiesa, della canonica alla quale gli riuscì di annettere a sue spese un campicello per dare spazio esterno al fabbricato. Ai successori chiese di essere ricordato ai fedeli nel giorno del suo anniversano di morte.
Dopo la scomparsa di don Antonio alla cura d'anime provvidero temporaneamente don Pietro Cernoia, parroco di Brischis, e don Paolo Venuti, cappellano militare in pensione di San Pietro, che però non abitarono nella canonica.
I familiari di don Cuffolo (la sorella Vittoria e la nipote Maria, nonché la infaticabile perpetua Irma Scubin), a seguito di "malignità di Vescovi e vescovesse italianissimi" cosi il libro storico, abbandonarono disgustati la canonica che divenne ritrovo di giovani incontrollati alla mercè dei quali furono lasciati archivi, suppellettili e preziosi documenti.
Il 29 maggio 1960 subentra come parroco don Mario Cernet di Montefosca, proveniente da Topolò. Il santo sacerdote, successivamente parrocò di Camporosso, ebbe vita difficile sempre a causa della sua attenzione verso il mantenimento della tradizione linguistica nella pratica religiosa: una storia tutta da scrivere.
A don Cernet, che lasciò amareggiato Lasiz il 15 dicembre 1962, il 12 luglio 1963 subentrò l'anziano don Antonio Vidimar di Cergneu, che morì nel 1966.
Da allora la casa canonica rimase disabitata, poiché i successivi parroci, don Walter Zaban, parroco interinale dal 1967 al marzo 1969, poi don Alberto Cimbaro, dal 1969 al 1990, abitarono sempre ad Antro.
Per brevi periodi la canonica di Lasiz fu dimora di don Elio Ordiner, scomparso pochi mesi fa, e di altri sacerdoti che servivano la zona; negli ultimi due anni circa, è stata sede dell'attuale parroco, don Pietro Del Fabbro.
Luciano Cbiabudini
da
DOM - n. 22 - 1993
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