Catechismo sloveno: Si o NO?!
Božo Zuanella accenna alle vicende di una vecchia proposta, risalente già al 1860: introdurre il catechismo sloveno nelle scuole elementari del distretto scolastico di S. Pietro degli Slavi. Non se ne fece nulla perchè già allora esistevano notevoli insofferenze verso la lingua slovena.
Nell'archivio della Curia arcivescovile di Udine si conserva un fascicolo riguardante la proposta di introdurre, negli anni '60 del secolo scorso, un catechismo sloveno nelle scuole elementari del distretto scolastico di S. Pietro degli Slavi (1).
Nel 1851 il sacerdote Giuseppe Podrecca, nativo di S. Leonardo, aveva pubblicato a Gorizia un compendio in lingua slovena del noto catechismo di mons. Michele Casati, vescovo di Mondovì (2).
I sacerdoti delle Valli del Natisone si rivolsero nello stesso anno all'Ispettore scolastico di S. Pietro degli Slavi esprimendo il desiderio che questo catechismo fosse introdotto ufficialmente nelle scuole elementari del distretto ritenendolo "necessario per l'intelligibilità del morale insegnamento ai fanciulli, incapaci d'intendere nei primi anni la lingua italiana" (3)
Da notare che anche sotto l'Austria nel distretto di S. Pietro c'erano soltanto scuole italiane.
L'ispettore scolastico di S. Pietro informò della richiesta l'Ispettorato Provinciale delle Scuole Elementari il quale, prima di prendere una decisione, si rivolse alla Curia arcivescovile di Udine per avere un parere sul testo sloveno del Podrecca (4).
La Curia di Udine si mise subito all'opera e con lettera del 18.9.1851, incaricò mons. Michele Podrecca, canonico custode del Capitolo di Cividale, di valutare il testo del Podrecca per poter decidere se permetterne o meno l'introduzione nella scuola, anche se la stampa del catechismo era stata autorizzata dall'Arcivescovo di Gorizia e non aveva bisogno del placet o dell'imprimatur di altre Curie.
Mons. Michele Podrecca, il quale aveva espresso verbalmente le sue osservazioni all'Arcivescovo, non riuscì a portare a termine l'incarico per motivi di salute (5) e il suo ruolo di censore fu preso da don Giuseppe Zaican, nativo di Vernasso, e don Valentino Bledigh di Altana, quest'ultimo appena ritornato dal servizio pastorale in Val Resia ed allora economo della parrocchia di S. Leonardo (6).
I due sacerdoti sottoposero il testo sloveno del Podrecca ad una meticolosa analisi teologico-linguistica, andando a cercare molte volte il classico pelo nell'uovo.
Don Giuseppe Zaican ha riempito cinque fogli tipo protocollo, con una scrittura minutissima per confrontare il testo sloveno con quello del Casati, per verificarne la esatta ma soprattutto ortodossa traduzione e per esprimere il suo giudizio sulla lingua usata dal Podrecca (vi trova alcune espressioni slovene sconosciute al dialetto di S. Leonardo).
Mentre il Bledigh si è limitato a fare soltanto alcune osservazioni critiche, lo Zaican si è permesso di esprimere anche una valutazione globale del catechismo sintetizzata in queste parole: "...Si dovrebbe assolutamente mettere all'indice tal Dottrina, oppure affatto proibirla donec corrigatur"(7).
Il P. Nicolò Tiossi, dopo aver consultato diversi "ecclesiastici conoscitori della lingua slava" e ricevuto i manoscritti del Bledigh e dello Zaican, in una lunga lettera del 13 agosto 1854 informa da Cividale il Cancelliere della Curia di Udine sui risultati dell'inchiesta ed espone anche alcune sue idee circa i modi e l'opportunità di introdurre il catechismo del Podrecca nelle scuole elementari preoccupandosi altresì delle conseguenze politiche che sarebbero derivate da un tale provvedimento, infatti ".. .l'innovazione di sostituire nelle scuole il testo slavo... servirebbe ancora ad insinuare, e rafforzare lo spirito di nazionalità slava, e di panslavismo, le cui tendenze politiche, e religiose sono maligne"(8).
Il 18 agosto 1854 in base alle informazioni raccolte la Curia risponde all'Ispettorato Provinciale delle Scuole elementari che il "compendio summemorato (del Podrecca, n.d.r.) non lo si ritiene ammissibile".
Con ciò la questione è stata chiusa e si è persa una buona occasione per introdurre in qualche modo già sotto l'Austria la lingua slovena nelle scuole dell'obbligo.
Note
(1) ACAU, ms 734,4 n°2 Sulla traduzione slava del Catechismo Casati di D. Giuseppe Podrecca. Colgo l'occasione per ringraziare il maestro Tarcisio Venuti che mi ha trasmesso la fotocopia dei documenti.
(2) La biografia di O. Podrecca si trova in PSBL, 12 snopič, pagg. 36-3 7, Gorica 1986. Il titolo del Catechismo: Katekizem ali kristianski nauk v pralanjih in odgovorih z1ožen zlasti iz nauka gosp. Mihaela Casati Jožefa Podrieke za slovenske sole.
(3) Dalla Nota, dell'ispettorato Provinciale delle Scuole Elementari alla Curia arcivescovile di Udine in data 18.9.1851.
(4) Nota citata del 15 settembre 1851.
(5) Queste notizie si ricavano dalla lettera del 13. VIII. 1854 inviata da Nicolò Tiossi al Cancelliere della Curia di Udine. Tra l'altro si legge: ". .. (della faccenda) non potrebbe occuparsene, essendogli proibita dal medico qualsivoglia seria occupazione: anzi per consiglio del medesimo, da alcuni giorni si è recato presso il suo fratello Cappellano di Terzimonte onde vivere libero per qualche settimana, da ogni grave pensiero".
Sembra dunque che mons. Michele Podrecca sia stato fratello di don Pietro Podrecca (dal 1850 al 1856 cappellano di Tercimonte e uno dei primi poeti e scrittori sloveni della Benečija).
(6) La biografia di don Valentino Bledigh, probabile autore del "Christjanske uzhilo od teh sedan S.S. Sacramentu" in dialetto resiano, si trova in DOM, 1985, n0 18, pag. 3.
(7) Lo Zaican dimostra di conoscere bene sia la lingua slovena letteraria che la grafia slovena allora in uso chiamata "bohoričjca". Ai due sacerdoti fu richiesto un giudizio sul catechismo di G. Podrecca già nell'ottobre del 1851.
(8) Evidentemente la insofferenza nei confronti della lingua slovena e delle rivendicazioni degli sloveni del Friuli non è sorta nel
Božo Zuanella
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