Contrabbandieri condannati!
Distillatori clandestini di grappa condannati in comune di Savogna
Reazione di giornali
Grande rumore aveva suscitato all’inizio di febbraio il blitz della Guardia di finanza contro i distillatori clandestini della valle di Savogna.
In un paio di giorni sono stati sequestrati alambicchi e grappa da un reparto di finanzieri venuti da fuori.
Dopo un primo momento di smarrimento, si sono moltiplicate le reazioni.
La gente era sbigottita e aveva l’impressione di essere ripiombata nei tempi bui degli spioni e delle denunce.
Severe sono state le reazioni degli amministratori locali che hanno parlato di «zelo eccessivo» ed espresso «disappunto per i metodi usati».
La Coldiretti invece era stata durissima: «è ora di smetterla con questa caccia alle streghe, con questa criminalizzazione della gente delle vallate».
I consigli comunali di Savogna e San Pietro avevano approvato un ordine del giorno in cui facevano «voti affinchè l’autorità giudiziaria consideri con quella dovuta clemenza, che la legge consente, le contravvenzioni e le violazioni in materia di produzione degli spiriti e distillati in cui sono incorsi i cittadini, vista la particolare situazione sociale ed economica delle valli del Natisone».
Poi tutto è stato messo a tacere e questo fatto aveva autorizzato, quanti erano incappati nel blitz, di sperare in un provvedimento di clemenza nei loro confronti.
Invece niente. La giustizia implacabilmente ha fatto il suo corso ed anche con una insolita celerità.
L’ 8 ottobre Laura Cernoia di Costa, Albino Cernoia di Stefanig, Maria Vergerio di Costa e Mario Podorieszach di Puoie sono comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari, dott. Enzo Turel, per rispondere del reato di detenzione di grappa e di apparecchi per la distillazione non denunciati all’Ufig.
I quattro accusati hanno patteggiato e il giudice ha inflitto loro una condanna detentiva di 40 giorni con la condizionale e multe da 70 mila a 700 mila lire.
A nulla sono valse, quindi, le proteste e le prese di posizione di cui sopra ed una più pacata valutazione della gravità del reato.
La gente, ancora una volta, è rimasta sbigottita, meravigliata, non trovando una spiegazione plausibile della severità e la rapidità usate dalla giustizia in questa occasione
e le interminabili indagini e i lunghi processi che si celebrano quando si tratta di mafiosi o di responsabili delle stragi terroristiche.
Di fronte a questi fatti la gente si augura solo che altrettanta rapidità e severità venga usata con i ladri di Tangentopoli che hanno confessato e che sono stati trovati con le mani nel sacco.
DOM 1992