Risorse naturali oggetto di continue rapine
Un tempo "i furbi" sfruttavano il lavoro operaio.
Con lo sviluppo tecnologico il lavoro operaio non serve più o comunque serve molto meno.
Estremamente più vantaggioso è saccheggiare le risorse naturali.
Orizzonte stupendo con orribile deturpazione
Che stiamo vivendo un periodo di grave crisi energetica è sotto l'evidenza di tutti.
Che "i furbi" approfittino per saccheggiare risorse naturali è anche sotto gli occhi di tutti.
Che coloro che ne hanno la responsabilità si comportino, per dir poco, con leggerezza o per incapacità e incompetenza o per convenienza, è anche sotto gli occhi di tutti.
Cosa possiamo fare noi?
Cosa possiamo fare noi delle Valli soprattutto pensando che abbiamo sulle nostre teste, come spade di Damocle, le cave e l'elettrodotto.
Dovremmo perlomeno
essere consapevoli dei problemi e delle conseguenze,
prendere atto di come male vengono affrontate, man mano che si presentano, le situazioni da chi ha la responsabilità e il dovere di affrontarle
e dovremmo essere preparati nei limiti del nostro possibile a fare delle proposte.
Risorse naturali
Le risorse naturali non sono solo le risorse finanziarie.
Anzi!
E' bene specificare subito che per risorse naturali s'intende tutto,
dall'aria che respiriamo,
all'acqua che beviamo,
alla salubrità dell'ambiente in cui viviamo,
all'ecologia.
Risorse queste che hanno un valore incalcolabile, così come incalcolabile è il valore della vita e della salute.
Le cave
Abbiamo avuto e abbiamo nelle Valli un esempio lampante di come le amministrazioni pubbliche non hanno saputo e non sanno gestire... il cambiamento dei tempi.
Un tempo c'era la cava di marna:
ad Azzida prima,
poi a Oculis,
quindi a Tarcetta e Kolìeša.
Queste cave sono state "la manna di Dio" per tante nostre famiglie;
300-400 operai portavano mensilmente a casa il loro stipendio.
Il danno di queste cave non è stato colossale. Comunque, perlomeno è stato proporzionale ai benefici che la Comunità ne ha ricavato.
Poi c'è stato il cambiamento
Poi c'è stato un repentino cambiamento:
con un grave declassamento dei settori produttivi a più alto contenuto lavorativo
e il ricorso sempre maggiore alle risorse ambientali regalate o offerte sottocosto.
Per soffermarci sulle cave, i sassi non venivano più spezzati con la mazza e caricati con le forche;
entrarono in azione le supermine, che facevano crollare pezzi interi di montagna (cava di Tiglio e soprattutto di Oculis),
ruspe potentissime,
frantoi capaci di macinare macigni come grano,
i supercamion che scaricavano nella tramoggia con un solo carico quanto prima gli operai scaricavano in una settimana (chi ha visto lo può testimoniare),
ecc.
E gli effetti si son subito visti:
licenziamenti,
smistamento di operai in luoghi lontani e impossibili,
in pochissimo tempo ferite incalcolabili all'ambiente.
Basta guardare la cava di Tiglio e quella di Vernasso.
Con che utilità?
Solo danni,
solo sfruttamento dell'ambiente,
risorse ambientali regalate senza nessun vantaggio...
Una vera rapina ecologica.
Le cave di pietra piasentina
Consideriamo le cave di pietra piasentina.
Chiariamo subito che le cave di pietra ci sono sempre state,
possiamo dire in ogni singolo paese.
Ma ancora una volta chiariamo che quelle erano cave a misura d'uomo.
La chiesa di Faedis è tutta rivestita con la pietra prelevata dalla cava di Tarcetta sulla strada per Antro e lavorata sul posto, come dimostra la montagnetta di scaglie a ridosso della cava stessa.
La chiesa e il campanile di Ponteacco sono stati costruiti con pietre scavate appena sopra la chiesa e lavorate sul luogo, com'è ancora ben visibile.
Il campanile della chiesa di Mersino Alto è stato fatto con grandi blocchi di pietra prelevati a poca distanza dal campanile stesso, sotto la casa di Klini.
Di questi prelevamenti quasi quasi non ci si accorge...; bisogna andarli a cercare.
E poi ci si rende subito conto che sono stati di pubblica utilità
Poi son venute le cave sventra-montagne.
Per pochi soldi son stati acquistati appezzamenti di terreno sempre più vasti con l'unico intento di sfruttare fino all'osso il sottosuolo, in barba a tutte le leggi nazionali.
Ingenua la nostra povera gente a svendere, dandosi tra l'altro la classica zappa sui piedi!
Questo tipo di cave riducono al minimo il fattore di produzione non gratuito, ossia la forza lavoro, la mano d'opera per intenderci, così importante, invece, per dar la possibilità di trovare un posto di lavoro.
Sfruttano, al contrario, al massimo le risorse ambientali e l'integrità ambientale in quanto offerte gratuitamente (e stupidamente) dalle stesse Amministrazioni Pubbliche.
Così ci ritroviamo le Valli piene di ferite aperte a pieno sole, strade dissestate e ingombrate e un territorio sempre più povero e degradato.
L'elettrodotto
Lo definiscono indispensabile!
Sarà!?
Si sente dire insistentemente però che l'Enel vende a caro prezzo energia elettrica a paesi terzi, guadagnandoci parecchio!!!
Ma abbiamo ben capito?!?
A che gioco giochiamo?
Costruiamo elettrodotti per importare energia elettrica e ne costruiamo altri per esportare la stessa!
Un tempo si diceva:
Nihil novi sub sole.
Niente di nuovo sotto il sole.
Altro che niente di nuovo...!
Gli elettrodotti italiani son davvero cosa nuova sotto il sole... assieme e ancor più alle "torri gemelle"!
Cosa c'entrano le torri gemelle col "Nihil novi sub sole?".
C'entrano, c'entrano...
"A buon intenditor..."
(Cercare su Internet per sapere cosa c'entrano, in particolare su "video.google")
Sono tegole che ci cadono sulla testa
e che davvero non avevamo mai sentito prima!
Nino Specogna