San Leonardo si chiami Subaltana
Negli anni successivi all’avvento del fascismo in Italia, si manifestò nelle Valli del Natisone un’insolita furia riformatrice che coinvolse anche gli otto comuni, istituiti in epoca napoleonica, i quali a loro volta sostiuirono le gloriose vicinie e arenghi in vigore in epoca patriarcale e veneta.
Le vittime più illustri di questa furia riformatrice furono i comuni di Tarcetta e di Rodda che nel 1929 vennero uniti nel comune di Pulfero in base al regio decreto del 2 dicembre 1928.
Il 4 marzo 1929 il prefetto della provincia di Udine emanò il decreto1 nel quale si legge che «l’effettiva unione dei Comuni di Rodda e Tarcetta nel Comune unico con denominazione e capoluogo Pulfero avverrà con decorrenza 15 marzo 1929 - VII.
Da tale data cesserà la personalità giuridica dei predetti Comuni ed all’amministrazione del nuovo Ente sarà provveduto a mezzo di un Commissario Prefettizio in attesa della nomina del Podestà a norma di legge».
Nel decreto viene inoltre stabilito che «gli attuali amministratori dei due Comuni chiuderanno i conti dell’esercizio corrente dei rispettivi Comuni col giorno 14 marzo a. c. e ne faranno regolare consegna al Commissario Prefettizio del nuovo Comune».
Si stabiliva, inoltre, che «il Commissario Prefettizio del nuovo Comune provvederà alla fusione dei patrimoni, delle spese, delle attività e passività dei due Comuni di Rodda e Tarcetta e per conseguenza il nuovo Comune di Pulfero avrà dal 1930 un solo bilancio».
Nella «Cronistoria di Lasiz»2, il parroco don Antonio Cuffulo annotò che l’unione dei due comuni avvenne senza opposizioni «per non incorrere nelle ire del fascio» e rivela che l’operazione di ristrutturazione degli enti locali della Val Natisone si fermò a metà «perché, in base ai progetti dei capi fascisti, Tarcetta e Rodda avrebbero dovuto far parte di un unico comune con San Pietro al Natisone».
«Il cappellano di Lasiz però — scrive ancora don Cuffolo — a mezzo di monsignor Trinko e del Prefetto era riuscito ad impedire tanta sciagura, ma non gli era riuscito di impedire che Tarcetta e Rodda fossero incorporati in un unico comune con nome e sede a Pulfero.
Sono stati liquidati i due podestà e ne è stato nominato commissario l’avv. Corrado Tommasini, segretario capo di Cividale.
Questo meridionale ha subito riempito il municipio di nuovi impiegati ed ha studiatamente lasciato che il ricco archivio di Tarcetta, erede della Banca di Antro, andasse manomesso e distrutto nelle stufe della scuola di Tarcetta».
Pochi sanno che la fine ingloriosa dei comuni di Tarcetta e di Rodda poteva toccare anche a quelli di San Leonardo e di Stregna, che si sarebbero dovuti unire nel comune di Subaltana.
Sì, proprio così, il nuovo comune si sarebbe dovuto chiamare Subaltana, come si desume dalla richiesta di parere in merito inoltrata, il 4 dicembre 1928, dal podestà del comune di San Leonardo all’amministrazione della provincia di Udine.3
A dire il vero il cambiamento della denominazione del comune era stato proposto dalla prefettura di Udine con nota del 23 settembre 1929 su segnalazione dell’Istituto centrale di statistica, «il quale aveva fatto presente gli inconvenienti che spesso derivavano dalla omonimia di questo Comune con altri del Regno».
La proposta della prefettura, scriveva il podestà di San Leonardo al commissario straordinario della provincia di Udine, appariva «più che giustificata stanteché esistono nella Provincia stessa due centri col nome di San Leonardo e col relativo Ufficio Postale» e incontrava «il pieno consenso dello scrivente, tanto più che già in precedenza da altre Amministrazioni era stata ventilata ma non risolta la questione.
Per varie ragioni non si presentava facile una soluzione completamente soddisfacente, essendo particolare intenzione di mantenere possibilmente, pur variando la denominazione, la traccia di quella attuale.
E' stato indetto allo scopo un referendum tra competenti ed autorevoli persone — fa presente il podestà — e tra le varie e disparate proposte per il nuovo nome, alcune delle quali fondate su pregevoli ed erudite considerazioni e rievocazioni storiche, meritevoli di particolare attenzione ma non soddisfacenti in pieno a tutti i requisiti desiderati, si ha creduto bene di scegliere ed adottare quella che indicava il nome di “Subaltana” traduzione ad litteram di “Podutana” che ab immemorabili ed anche attualmente come denomina la Parrocchia nel parlare locale serve a denominare il centro originario del Comune, e si riscontra anche nelle antiche scritture, mentre è tuttora specificatamente usato nei paesi limitrofi per denominare il Comune».
Ma ecco la seconda motivazione della delibera di cambiamento del nome del comune, adottata il 4 dicembre 1928 dal podestà: Subaltana «potrebbe bene servire a designare il più vasto Comune anche nel caso della progettata aggregazione del Comune di Stregna».
1) Archivio di Stato di Udine, Deputazione provinciale, b. 1127.19.
2) Cronistoria di Lasiz 1920 - 1959, I, manoscritto, archivio parrocchiale di Lasiz (Pulfero), p. 87.
3) Archivio di Stato di Udine, Deputazione provinciale, b. 1127.23.
Giorgio Di Michele
DOM 15-04-2004