Grimacco 1912: tutti sloveni
Lo afferma una relazione del comune al prefetto di Udine -
Grimacco 1912: tutti sloveni
Il documento, individuato da Božo Zuanella afferma inoltre che
"Verso San Leonardo la lingua italiana diventa, di fatto, straniera".
Ottanta anni fa, dunque, la totalità della popolazione del comune di Grimacco, a detta degli stessi amministratori comunali, parlava la lingua slovena.
Dello stesso parere era anche qualche giornalista, capitato non si sa come in questi luoghi abbandonati dallo Stato, come ad esempio il pubblicista Giulio De Frenzi, il quale scriveva sul
Giornale d'Italia
di aver personalmente constatato che "
verso S. Leonardo la lingua italiana diventa, di fatto, straniera (tutt'al più qualcuno capisce il dialetto friulano)
".
Questa testimonianza corrisponde alla verità.
Infatti, "
Quanto afferma il De Frenzi - sostengono gli amministratori - è
purtroppo vero; per sincerarsene basta visitare una scuola, assistere ad una seduta consigliare nei comuni di montagna o trovarsi presenti a qualche causa fra slavi presso la Pretura di Cividale o il Tribunale di Udine, dove - come tutti sanno - si deve anche oggidì ricorrere all'opera dell'interprete
".
Nel 1917 un certo Arturo Caletti esprimeva le stesse cose sulle pagine della "
Rivista del Touring Club italiano
" (Gennaio 1917): "...
C'è sempre nel friulano qualche cosa del
"Civis Romanus sum!".
Ma, varcato il Ponte S. Quirino, addio latino! Il saluto diventa: Dobrojutro gospodar, dober dan gaspodigna
".
Non conoscendo la lingua italiana, gli sloveni del comune di Grimacco e degli altri comuni delle valli del Natisone, per soddisfare la loro sete di sapere, dovevano abbonarsi e leggere le pubblicazioni d'oltre confine scritte in lingua slovena letteraria (ad esempio le pubblicazioni della
Mohorjeva Družba" di Celovec/Klagenfurt).
Ciò lo si sapeva da tempo ma questa affermazione, confermata dai pubblici amministratori, acquista un valore ufficiale.
Il consiglio comunale di Grimacco prende atto, nel 1912, che "
il popolo slavo sente oggi il bisogno di esplicare le proprie facoltà intellettuali, e non potendo servirsi, a scopo di lettura, del patrio idioma (la lingua italiana, ndr.) che ignora, ricorre a pubblicazioni slave d'oltre confine, per quanto qualche volta queste offendano il suo sentimento nazionale
".
Le "italianissime" popolazioni delle valli del Natisone, nel 1912, non comprendevano dunque neppure la lingua italiana, mentre leggevano senza difficoltà la stampa slovena d'oltre confine con il solo ausilio del dialetto sloveno locale e senza il sostegno di alcuna scuola slovena.
E allora si comprendono le preoccupazioni dei pubblici amministratori del comune di Grimacco i quali propongono al Regio Prefetto alcuni utili e concreti provvedimenti per scolarizzare il territorio, per elevare il livello di istruzione e soprattutto, per insegnare la lingua italiana, considerata, allora, nelle nostre valli alla stregua di una qualsiasi lingua straniera.
E difatti, "
Data la naturale difficoltà d'imparare la lingua italiana, la quale richiede un lungo periodo d'esercizio
", propongono alle Autorità dello Stato "
che l'insegnamento obbligatorio sia portato fino al 14° anno di età
".
La Relazione, firmata dal sindaco Antonio Sdraulig, è stata, come già detto, approvata dal consiglio comunale "
ad unanimità in ogni sua parte
", dopo aver preso atto che "i fatti in essa esposti sono conformi a verità".
E noi la proponiamo alla attenzione non solo dell'attuale consiglio comunale di Grimacco, ma di tutte le Amministrazioni comunali delle V
alli del Natisone.
B.Z. - DOM Št. 16 1992
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