Vandali nella chiesa di San Lorenzo a Mersino

S. Lorenzo: una chiesa molto antica
«Ignoti vandali, una notte del mese di settembre, hanno sfa­sciato la porta della secrestia della chiesa di san Lorenzo pene­trandovi a scopo di rapina. Non trovando, forse, quello che face­va al caso loro se la sono presa con l’immagine di san Lorenzo, scheggian­done la testa.

Condan­niamo questi atti irre­sponsabili e chiedia­mo alla gente e alle autorità di essere sem­pre vigili perché le chiese isolate e anche i cimiteri non soffrano offese e profanazioni da parte di irresponsabili e malintenzionati, come purtroppo sta succedendo da un certo tempo».

Questa notizia e l’appello rivolto alle autorità, apparsi su «In cammino» del mese di otto­bre, il foglio di informazione del­la zona pastorale di Pulfero, e le recenti scorrerie nei cimiteri di Drenchia, di Topolò e di Lasiz, i vari furti recenti e remoti nelle chiese, ripropongono con urgenza una serie di problemi:
la ristruttu­razione delle antiche chiese, cosiddette votive, e la loro sicu­rezza nei confronti di malinten­zionati e di ladri di opere d’arte, la vigilanza della gente e delle forze dell’ordine nei confronti di queste opere d’arte che testimo­niano la nostra storia e la nostra cultura, la responsabilità degli enti preposti alla tutela del patri­monio artistico che hanno interrotto l’opera di restauro delle chiese votive dopo essere interve­nuti con efficacia in alcuni casi.

La chiesa di san Lorenzo a Mersino doveva essere restaurata già anni fa, ma ad un certo punto, ci è stato riferito, la speciale «classifica» è stata manipolata e l’intervento è stato rimandato a tempo indeterminato.

Le strutture dell’edificio ver­sano in precarie condizioni: le travi stanno cedendo e le spacca­ture dei muri si stanno accentuan­do.
È necessario un urgente inter­vento perché dopo la visita di ladri o malintenzionati gli ele­menti atmosferici non abbiano la meglio su questa chiesa che ha sfidato i secoli e i terremoti.

Una chiesa molto antica

La chiesa di san Lorenzo di Mersino si erge in una posizione strategica su un alto costone del Matajur sull’orlo, da un lato, di un profondo precipizio, dall’altro al limite di ampi prati.
Da qui si domina tutta la valle del Natisone dalla chiesa di sant’Ilario a Robič, fino a san Pietro e oltre.
Scrive Tarcisio Venuti che
«la chiesa è antica e di titolo medievale, del secolo XIII. La costruzio­ne nel suo corpo centrale è da considerarsi tardo-romanica; ha subito varie trasfonnazioni e modifiche attraverso i secoli.
Ha sof­ferto i terremoti del 1511-13, quindi fu di nuovo riattata e riconsa­crata nel 1568 dal vescovo di Cattaro Luca Bisanzio, suffraganeo del patriarca di Aquileia.
In antico era l’unica chiesa della zona».

Nel 1784 su richiesta degli abitanti di Mersino, riuniti in sosiednja, il Capitolo di Cividale decreta la sua demolizione e concede il per­messo di costruire una nuova chiesa su un fondo detto «Salesnico» (za lešniko?) di proprietà di Antonio e nipoti Coren.

Ma non se ne fece nulla, anzi la vecchia chiesa venne restaura­ta, consolidata e probabilmente ampliata.

Nel 1869 la chiesa minaccia di crollare e vengono eseguiti altri lavori di restauro, che vengono benedetti dal canonico del Capitolo di Cividale, mons. Musoni.

L’attuale altare è in marmo e pietra con ai lati due sagome raffiguranti san Giuseppe e san Lorenzo; al centro in una nicchia una statua di san Lorenzo. «Interessantissima un’acquasantiera in pietra in forma di calice che si trova a destra della porta d’entrata».
(cfr. Tarcisio Venuti, Chiesette votive da S. Pietro al Natisone a Prepotto, Udine 1985).
G.B.
DOM 1995


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