La villa di Cosna
Un documento del 1627 sull'autonomia delle vicinie di Drenchia
Nell’Archivio di Stato di Venezia tra i documenti riguardanti la schiavonia Veneta esiste anche un carteggio riguardante l’investitura feudale dei «vicini » di Drenchia da parte della Repubblica di Venezia.
E' un documento interessante perché aggiunge un tassello importante alla conoscenza della storia delle valli del Natisone e dell’autonomia amministrativa e giudiziaria goduta sotto il dominio delle Serenissima.
La notizia di questo documento è contenuta nella tesi di laurea che Massimo Zoppi ha discusso nel mese di novembre presso l’università di Padova con il prof. Jože Pirjevec e che verteva, appunto, sulle Convalli del Natisone sotto il dominio veneziano.
Il carteggio riguardante l’investitura feudale di Drenchia risale al 20 aprile 1627 ed è intitolato:
«Prima investa concessa alla Comunità e Camerari di Trenchia sotto Cividale del Friuli della Prima Istanza Civile, e Criminale nei Casi lievi della Villa di Cosna in Quel territorio».
Con questa investitura la vicinia di Costne / Hostne si collocava al di sopra di tutte le altre vicinie delle valli ed acquistava una dignità quasi pari a quella delle banche potendo giudicare in prima istanza cause civili e criminali in casi lievi, potestà che nelle altre zone delle valli era demandata alle Banche giudiziarie di Antro e di Merso.
E' curioso anche il fatto che l’investitura della vicinia di Drenchia avveniva un giorno prima di quella delle comunità di Antro e Merso.
La potestà di giudizio dei rappresentanti delle comunità di Drenchia, che si riunivano a Costne, ora in comune di Grimacco, doveva essere esercitata da lungo tempo come appare dal verbale dell’assemblea dei vicini convocata prima dell’investitura.
La vicinia, si legge nel documento, si è riunita
«in loco... Trenchia de Contrata Sclabonia supra Civitate Fori Julij»,
al suono della campana e con la partecipazione di tutti i vicini di Drenchia e delle sue «pertinenze».
Andrea Prapotnich decano e Giacomo di Lase giurato e Andrea Brisgnach e Crainich, questi due camerari della veneranda chiesa di Santa Maria, proposero di inviare procuraton a Venezia per domandare la
«confirmazione della Giurisdizione Civile et Criminale nei casi lievi.., che da essi da tempo immemorabile pacificamente goduta et possessa con sue levagioni anche pecuniarie a quelle spettanti... come è stata continuamente goduta et possessa dai loro maggiori senza abbreviazione e diminuzione a Cosna».
La ducale di Giovanni I Corner del 20 aprile 1627 ricorda anche la cerimonia dell’investitura.
Uno dei rappresentanti della vicinia di Drenchia
«genuflesso presta nelle Nostre mani il giuramento di fedeltà nel modo qui sopra espresso, restando anco essi obbligati a quelli charichi, et obblighi ai quali sono tenuti li veri vassalli; secondo la natura de feudi e le leggi nostre feudali».
Si trattava quindi di una investitura feudale in piena regola.
G.B.
Giorgio Banchig